Sottolineiamo subito la cosa più evidente: la qualità sonora di questo live è pessima. A livello di un bootleg primi anni '80. In effetti è stato registrato nel 1983 in un locale del Maryland chiamato Big Dipper, che credo non esista nemmeno più. Un nastro inciso in maniera economica ed oltretutto deteriorato dalla permanenza in uno scantinato per 35 anni. Proprio niente a che vedere con le megaproduzioni platinate dei nostri giorni. Un suono sporco, grezzo, impastato, con chiare distorsioni di frequenza, che però vanta inequivocabilmente un fascino vintage per coloro che quell'epoca l'hanno vissuta in prima persona, come il sottoscritto. Ma ribadisco che come resa tecnica siamo ben lontani anche da un mediocre live ufficiale del periodo.
Ma allora, perchè ne parliamo? Perchè si tratta di una rara testimonianza degli esordi di una super-cult doom band come
The Obsessed. Formazione nata verso la fine degli anni '70 su iniziativa di
Scott "Wino" Weinrich, uno dei musicisti più influenti in questo filone heavy che ricordiamo protagonista anche con Saint Vitus, Spirit Caravan, The Hidden Hand, Place of Skulls, Shrinebuilder, Premonition 13 e quant'altro.
La storia dei
The Obsessed è piuttosto complessa: dalla fondazione fino al primo scioglimento (1985) riuscirono a pubblicare soltanto un Ep ("Sodden jackal", 1983) ed a comparire in qualche compilation come Metal Massacre della Metal Blade, pur avendo già a disposizione molte delle canzoni che compariranno poi sui tre album degli anni '90. Album che sono da considerare classici del doom metal: "The Obsessed" (Hellhound, 1990), "Lunar womb" (Hellhound, 1991) e "The church within" (Hellhound/Columbia, 1994). Lavori che inseriscono in un solido impianto sabbathiano, sia i germi dello stoner rock che gli echi lontani del proto-metal e dell'urgenza punk suburbana.
Purtroppo negli anni '90 l'interesse del pubblico verso uno stile oscuro e molto evocativo è ridotto ai minimi termini, quindi la band si scioglie nuovamente per lasciare spazio ai vari progetti di
Wino citati in precedenza, ma anche agli ottimi Goatsnake fondati dalla sezione ritmica dei The Obsessed di quel periodo: Guy Pinhas (che ricordiamo bassista anche nei seminali olandesi Beaver) e Greg Rogers. Il gruppo si riforma nel 2011 e sei anni dopo fa uscire un nuovo disco ("Sacred", Relapse 2017) dopo oltre vent'anni di stasi discografica.
Ma cosa dire del presente album? Che sono compresi nove brani dal vivo e quattro presi da un antico demo. Che la parte live coglie la band nel pieno della sua energia primigena, grazie ad un irresistibile mix di citazioni sabbathiane e sferragliamento punk-motorheadiano. Che la chitarra e la voce di
Wino ruggiscono con le loro inconfondibili vibrazioni doomy ed il trio è nel pieno della sua irruenza giovanile. Che molte delle canzoni eseguite all'epoca non hanno poi trovato spazio nei successivi album e sono reperibili solo come bonus tracks nelle riedizioni più recenti, ma qui appaiono in una forma certamente più ruspante e selvaggia. Meno "spirituali" e più terrene, vedi ad esempio "
Mental kingdom", "
Field of hours" o le versioni demo di "
A world apart" e "
Neatz brigade" (entrambe poi su "The Church Within") che esibiscono passaggi a metà strada tra il punk ed il primo thrash metal.
Dunque materiale interessante per i fans del gruppo americano che desiderano approfondire la propria conoscenza della prima fase di esistenza della band. Occorre però aggiungere che l'album esce solo in versione vinile a tiratura limitatissima o in forma digitale.
Grande valore storico per gli appassionati, ma qualità tecnica davvero molto bassa. Il voto è la media tra i due opposti.
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