I
Cadaver sono una Death Metal band originaria di Råde/Fredrikstad in Norvegia, formatasi nel 1988 per la volontà di
Anders Odden (detto Neddo) e
Ole Bjerkebakke. Furono portati in auge da Bill Steer e Jeff Walker dei Carcass, i quali li fecero firmare per la loro etichetta
Earache Necrosis Records, con cui faranno uscire i loro primi due album:
“Hallucinating Anxiety(1990)” e
“...In Pains”(1992), salvo poi sciogliersi nel 1993 a causa di dissidi interni.
I Cadaver riemergeranno in seguito con il monicker Cadaver Inc., per l’esattezza nel 1999, con una formazione che conteneva un solo membro fondatore, Neddo, per poi dopo alcune peripezie tornare con il loro nome originale.
Nel 2001 daranno alle stampe la terza fatica In studio,
“Discipline", e nel 2004
"Necrosis" – entrambi con niente di meno che
Apollyon al microfono – , per poi concludere la loro attività poco dopo la sua uscita.
Si riformeranno in seguito nel 2019 con il solo
Neddo a ricoprire il ruolo di chitarrista, bassista e cantante, e
Dirk Verbeuren alla batteria (ex Soilwork e batterista dei Megadeth dal 2016), dando alle stampe nel 2020 l’ottimo
"Edder&Bile".
È con la stessa line-up minimale che l’ensemble norvegese arriva nel 2023 al suo sesto full-length – sempre tramite la
Nuclear Blast come il suo predecessore – :
“The Age Of The Offended“.
Innanzitutto quel che salta subito all’orecchio è la virata di coordinate stilistiche rispetto a “Edder&Bile”. In questo nuovo lavoro viene accantonata la furia Death dagli echi Thrash, su cui si stagliavano partiture al limite del Brutal/Grind, a favore di un approccio più ragionato, tecnico e pregno di melodie dissonanti che rendono il CD pluristratificato e dunque bisognoso di un ascolto più certosino per essere apprezzato nella sua integralità; ma soprattutto si deve lasciare andare le briglie dell’Io e consegnarsi alle atmosfere macabre evocate dai Cadaver, poiché
“The Age Of The Offended“ è un LP evocativo, dai suoni saturi e leggermente ridondanti che celano al loro interno l’anima nordica della band.
Non si deve però pensare ad un disco melodico nel vero senso della parola, poiché l’attitudine seminale e feroce dei Cadaver non viene affatto intaccata, semplicemente appare modulata, regolata, e inserita in un sound molto potente e carico di groove nel quale la velocità non è tra i fattori primari.
Il platter è composto da 13 tracce per un totale di circa 42 minuti. L’inizio è affidato alla suadente e immaginifica intro
“Sycophants Swing”, dopodiché i norvegesi si muovono prevalentemente su mid-tempo corposi inframezzati dalle tipiche sfuriate Death, si pensi a brani come la
title-track (caratterizzata da un classico testo antireligioso), o a
“Postapocalyptic Grinding” e
"Scum Of The Earth“ (forse la song più riuscita), fino ai frangenti più sofisticati come le circolari dissonanze contenute in
“Dissolving Chaos”. Non vi sono presenti pezzi prettamente “in your face”, salvo l’ottima
“Deadly Metal” che con il suo mood thrashy dona un tocco di adrenalina al lotto. E questa assenza probabilmente è una delle pecche di
“The Age Of The Offended“, il quale in certi momenti risulta essere un po’ troppo farraginoso nella sua complessità, rischiando di stancare eccessivamente l’ascoltatore; sicuramente un numero più elevato di canzoni sulla scia di “Deadly Metal” avrebbero giovato alla fruibilità del prodotto.
Avrebbe giocato a favore dell’economia di ascolto dell’album anche l’inserimento di qualche hook in più, soprattutto nei brani della seconda metà della tracklist, così da non affievolire il feeling musicale complessivo.
In ogni caso siamo di fronte ad un buon prodotto, frutto prevalentemente della mente di Neddo, che si riconferma oltre che un ottimo polistrumentista un songwriter di tutto rispetto; ben affiancato da Dirk Verbeuren artefice di una prova egregia dietro le pelli, dimostrando di essere a suo agio su qualunque tipo di partitura, dove riesce sempre a conservare un tocco distintivo.
La produzione è uno dei punti forti del disco: finalmente la
Nuclear Blast sembra rinunciare alla plasticosa bombasticità a cui ci aveva abituato da qualche anno a questa parte, consegnandoci un sound duro, freddo, in cui gli strumenti, ben bilanciati, vengono messi adeguatamente in rilievo, senza altresì risultare svuotati della ferocia sonora che dovrebbe contraddistinguere il Death Metal.
“The Age Of The Offended“ è un album che si mantiene ancorato alle radici del gruppo, ma senza timor alcuno di gettare uno sguardo a soluzioni più “innovative” e a calarsi nel contesto musicale dei nostri giorni.
Recensione a cura di
DiX88