Posso dirlo?
Andy Tillison ha un po’ stufato. Forse se ne sono accorti anche i suoi compagni di viaggio che stavolta l’hanno lasciato da solo a registrare
“To Follow Polaris”, l’ultimo disco dell’instancabile artista britannico.
“The North Sky” è un po’ la sintesi del “Tillison-pensiero”, un rock progressivo pimpante e dinamico, ben suonato e ben arrangiato, ma oltremodo canonico. Va meglio con
“A Like In The Darkness”, sinistra e audace nei suoi riferimenti a Canterbury, mentre la successiva
“A Fine Line” ha più di un debito nei confronti dei bistrattati anni Ottanta.
L’immancabile traccia di venti e passa minuti
“The Anachronism” è tesa e muscolare, e sfocia in un inequivocabile omaggio agli Yes più accessibili intitolato
“The Single” (che burlone il vecchio Andy!).
Non so cosa pensare di
“Tea At Betty’s”,
pastiche jazz-prog a cavallo tra Miles Davis e Meshuggah che suona come una
“Alan’s Psychedelic Breakfast” del nuovo millennio.
Fate voi.
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