I Krom ci sottopongono il loro ultimo demo intitolato "Wind Under The Door", davvero un ottimo lavoro, sebbene limitato a due soli pezzi. Un problema questo che i Krom risolvono brillantemente, aggiungendoci anche i tre demo che lo hanno preceduto.
I primi due, "Krom" e "Trough The Looking Glass", risalgono al 2003, e ci presentano una formazione dedita ad un Black Metal piuttosto tradizionale (Immortal, Dark Funeral, Carpathian Forest...), che se non si rivela esasperatamente veloce, è di certo violento e maligno. Brani tuttavia ben articolati e che, nonostante una registrazione in presa diretta, non sono ridotti ad un mero pastone sonoro. Alcuni hanno una struttura più semplice, come "Hastur" (nome della precedente incarnazione dei Krom), altri, la maggioranza, sono più complessi, come le convincenti "Dark Silva", "Irminsul's Oak", "Oversight Sea" o "Through The Looking Glass" (quest'ultimo davvero un eccellente brano strumentale), oppure come "The Ride Of Mithrandil", però leggermente claudicante.
Al 2004 risale invece "Spectrum Token Shift", e le sonorità dei Krom, sebbene sempre fedeli al Black Metal (vedi "Token"), si arricchiscono di inaspettati passaggi melodici e jazzati ("Spectrum" e "Shift"), una trasformazione questa alla quale contribuiscono anche alcuni musicisti, ospiti al piano ed al saxofono.
E ora è il momento di "The Sleepers" e "Wind Under the Door", le ultime composizioni in casa Krom, che non sviluppano ulteriormente l'evoluzione dal Black di stampo norvegese a soluzioni più advangarde, e dove la novità maggiore è rappresentata dall'ingresso in formazione di un cantante di ruolo, Gabriel Vittori. Una scelta che consente a Marco Basili di concentrarsi sulla chitarra ed ora anche sul basso, ruolo rimasto scoperto per l'uscita dal gruppo di Andrea Vacca, che aveva suonato su tutti e tre i precedenti demo. Difficile valutare la prestazione del nuovo cantante, il quale può esprimere il suo screaming malvagio solo su "The Sleepers", dato che la titletrack si rivela un brano strumentale. Il songwriting ha mantenuto la tipica complessità dei Krom e le canzoni si sono fatte pure più lunghe nella durata, entrambe sforano gli 8 minuti, con intrecci continui, e di spessore tecnico, tra i due fratelli Basili (l'altro è Andrea, alla batteria), ricco di dettagli e di qualche interessante scorcio acustico (come quello nel finale di "Wind Under the Door").
I Krom sono indubbiamente un gruppo che in futuro farà cose eccellenti, resta solo da scoprire se li vedremo volgere nuovamente lo sguardo alle sperimentazioni di "Spectrum Token Shift".
PS: giusto per evitare equivoci, gli autori di "Wind Under The Door", arrivano dalla provincia di Viterbo ed hanno solo il nome in comune con l'omonimo gruppo di Napoli che ho recensito qualche tempo in occasione del demo "Juggernaut Decay".
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