I 69 occhi tornano alla luce (ehm…al buio) con ‘Paris Kill’, successore del grande ‘Blessed Be’ di qualche anno fa, e subito si capisce che proprio quell’album di Gothic Rock di grandissimo spessore ha segnato una traccia invisibile ha ben presente nella band finlandese…ovvero il definitivo passaggio dalla first era, fortemente “sleazy”, a quella attuale, ovvero quella Dark Rock. Eh si, proprio così, il The 69 Eyes oramai si sono allontanati anche dal Gothic Rock propriamente detto, abbracciando sonorità ancora più cupe, ancora più oscure, ancora più intrise del colore della notte. ‘Paris Kill’ è un album fondamentalmente facile da ascoltare, con songs dal sapore molto catchy, che creano un effetto di easy dark listening, tanto risultano morbide e fondamentalmente, dannatamente ruffiane: ma attenzione, non sono per niente dell’idea di stroncare questo platter, anzi, non si può condannare una band solo perché suona una musica ruffiana…l’album è bello, tondo, certo non arriva ai livelli di ‘Blessed Be’, ma sicuramente farà molta presa sul vasto pubblico. Le chitarre pesanti sono pressoché state abbandonate, apparendo solo di quando in quando per accentuare la dinamica delle songs (e comunque la distorsione è morbida, molto morbida) lasciando il passo ad arpeggi puliti o simil – distorti, il piano è sempre in primo piano (scusatemi il bruttissimo gioco di parole!), mentre i synth costituiscono un tappeto pressoché costante in sottofondo. La voce di Jyrky è sempre profonda, inquietante, perfettamente calata nel contesto oscuro del platter, mentre la batteria rispecchia fedelmente il “monotempo” in tutto per tutto. Un album leggero, dunque, che sembra seguire la svolta ultra commerciale che anche gli HIM hanno avuto…comunque sono del parere che non si può rimanere impassibili davanti a songs come ‘Crashing High’, una song fortemente ispirata ai padri The Sisters Of Mercy, o alla romanticheggiante ‘Dance D’Amour’, o ancora ‘Grey’ e ‘Radical’, che riescono ad incrociare i The Cure con i Siouxie And The Banshee…e che dire della Electro Dark ‘Stigmata’, della più rock oriented ‘Forever More’ o di ‘Still Waters Run Deep’ (forse la track più vicina a song della caratura di ‘The Chair’ o ‘Brandon Lee’ presenti su ‘Blessed Be’)? Che il crepuscolo scenda allora su di Voi, che vi avvolga, che vi nutra…ruffiani o no, i The 69 Eyes sono tornati con un album che prenderà di sicuro, e che vi condurrà in quel diabolico intreccio di vicoli umidi e trasudanti decadenza della Città di Caino…
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