Copertina 5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:28 min.
Etichetta:Bridge Nine

Tracklist

  1. COUNT ME IN
  2. NOWHERE TO TURN
  3. BREAKTHROUGH IT ALL
  4. CURL UP AND DIE
  5. BEHIND YOUR EYES
  6. FUCK IT ALL
  7. SEE IT THROUGH
  8. NOTHING BUT AGONY
  9. INFECTED
  10. TAKE ME AWAY
  11. STILL STANDING

Line up

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Ascoltando questi Death Before Dishonor il primo gruppo che mi è venuto in mente sono stati gli Hatebreed. I due gruppi appartengono entrambi al filone più moderno dell'hardcore, che negli Stati Uniti spopola grazie a gruppi come i succitati Hatebreed, Lamb of God e via discorrendo.
Questi ragazzi di Boston non hanno la pretesa di sconvolgere o reinventare i canoni del genere, e si limitano a comporre brani che seguano i binari già tracciati da altri prima di loro: chitarre hardcoreggianti che a volte si lanciano in riff decisamente thrashy, voce incazzata, ritornelli anthemici rafforzati da doppie voci, una base ritmica non certo stellare ma precisa e potente sono gli elementi alla base del sound dei Death Before Dishonor. "Count Me In" non concede nessun tipo di calo di tensione, ma procede come un treno senza controllo lanciato a folle velocità per tutta la sua esigua durata: 28 minuti di puro assalto sonoro, nessun assolo di chitarra, nessun orpello o nessun fronzolo, d'altronde sempre di hardcore si tratta. Mi è venuto quasi spontaneo confrontare questo "Count Me In" con l'ultimo lavoro targato Hatebreed, data l'affinità della proposta musicale. In entrambi i casi i due album peccano di un'eccessiva ripetitività, dal momento che le canzoni sembrano la fotocopia l'una dell'altra, ma dalla sua il disco degli Hatebreed ha dei ritornelli assolutamente ficcanti ed azzeccati, mentre ascoltando i Death Before Dishonor, anche ordinando le tracce in maniera random, non si avvertirebbe nessuna differenza. Insomma, l'effetto ciclostile, già di per sè pecca del genere, viene qui riproposto in continuazione, il che ovviamente non è certamente un bene. Sfido chiunque ad ascoltare approfonditamente "Count Me In" e a riconoscere le varie canzoni che compongono la tracklist.
Consiglio spassionato: se l'hardcore è quello che cercate, ripiegate sugli Hatebreed, che non saranno forse originalissimi, ma almeno sanno scrivere bei pezzi.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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