Bene bene bene...ecco tre semplici parole che possono riassumere tutto quello che si può dire sugli Atman e sul loro debutto sulla lunga distanza (dopo due EP) 'The Life I've Never Had'. Questi ragazzi di Lucca (attivi dal 1994) propongono un sound personale che, prendendo forma dal movimento Grunge anni '90 (influenze dei Nirvana, dei Soundgarden, di Alice In Chains o Pearl Jam sono molto marcate), riesce a spostarsi su coordinate più moderne, passando da un filtro assimilabile all' Alternative Rock di derivazione inglese (a cui vanno aggiunti i REM) con qualche reminiscenza – una punta, non di più - del sano Hard Rock più melodico made in US. L'album nel suo complesso si presenta dinamico, con un songwriting più che convincente, (la robustezza dell'opener 'Narcissism' e della title track, la sofferta melodia di 'Dolly o la tristezza di 'Mediocrity' - perfetta mini ballad in stile Cinderella - o ancora le più sostenute 'Sexual Track' e 'Rotten River', ne sono una testimonianza) supportato anche da una prestazione tecnica molto buona, soprattutto a convincere è il singer Devid, che canta ottimamente con quel tono di voce tendente al rauco...sporco e sofferente (K.K. docet), ma mai stancante o lasciata fine a se stessa. Un buon album senza dubbio, con molti picchi e molte luci, ove solo la produzione non arriva ai livelli del contenuto del platter, facendolo suonare come una ottima pre produzione (bei suoni, per carità, ma è la pasta globale del sound a difettare). Con una produzione diversa, questo sarebbe un lavoro non buono, ma eccellente.
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