(29 gennaio 2010) Europe - 29 Gennaio 2010 (Vox Club, Nonantola - Modena)

Info

Provincia:MO
Costo:30 €
L'ARRIVO
Sono quasi le 19 quando Sbranf, Sybelius e relative consorti arrivano a Nonantola, piccolo paesino alle porte di Modena nonché casa del Vox Club, uno dei locali storici per il rock in Emilia. Ad attenderci c'è già una discreta fila, anche se non sembra poi tutta sta gran gente: vuoi vedere che stasera gli Europe fanno mezza sala? Ed invece, nei (tanti) minuti che ci separano dall'inizio del concerto, il Vox diventa progressivamente sempre più pieno, finché, alle 21,30, ora dell'inizio dello show, il locale straborda di gente, che non ce ne starebbe dentro un altro! Dal palco ai bagni al bar alla zona mixer, non c'è più un centimetro libero, e quando le luci vanno giù, e sale l'intro che prelude a "Last Look at Eden", la gente è già carica e impazzita di gioia.

IL CONCERTO
Pochi secondi e BUM!, eccoli, gli Europe, sogno della mia infanzia, motivo per cui ho iniziato ad ascoltare il rock, colonna sonora dei miei primi amori puberali. L'impatto è decisamente strabiliante: i 5 hanno un suono mo-struo-so, e devo dire che sono molto curati anche nel look e nel vestiario! Dopo pochi secondi, ci si rende conto che Joey Tempest è in una serata di gloria: una voce semplicemente perfetta, da brividi, intonato, carico ed espressivo come non avrei mai sognato, pennella una canzone dopo l'altra sulle note di una band che suona in maniera perfetta, impressionante. I suoni, soprattutto quelli delle chitarre e della batteria del bravissimo Ian Haugland, sono cristallini, dotati di una potenza esaltante, ed è proprio il calvo batterista la vera sorpresa della serata: durante l'ora e 40 del concerto, Ian sciorina una tecnica ed una padronanza dello strumento che non avrei mai ritenuto gli appartenessero, mostruoso anche sul doppio pedale! A parziale conferma di ciò, Haugland si concederà, all'interno di un piccolo solo di batteria, l'intro di "Painkiller"!!!

Un'altra nota di merito va al suono, al gusto ed alla tecnica di John Norum, un chitarrista davvero di un altro livello: a parte la sfilata di Les Paul e Flying V che mi ha fatto mangiare le mani dall'invidia, John ha dalla sua un gusto delizioso, molto blues e settantiano, una sorta di Hendrix mescolato ad uno shredder, ma con l'anima di Clapton!

L'ultima nota della serata la dedico al signor Joakim Larsson, al secolo Joey Tempest: allegro, carico a molla, divertito e divertente, "bello" (mi si passi, se penso che quest'uomo ha 47 anni faccio bene a spararmi prima!) ed in palla come non mai, il lungocrinito singer sciorina una prestazione da standing ovation, risultando in palla dal primo all'ultimo minuto, anche se nei brani finali accuserà un fisiologico calo di potenza, dovuto peraltro ad una prestazione in cui non si è risparmiato. Al microfono o accompagnandosi con una chitarra acustica, Joey è stato l'anima grandiosa di un concerto quasi perfetto, che ha saputo offrire una scaletta molto ruffiana, tra la promozione dell'ultimo "Last Look at Eden", piccole strizzate d'occhio alla discografia recente, ed un giusto e doveroso tributo ad un passato a cinque stelle: i nostri ci hanno deliziato con pezzi storici, tra i più noti della discografia, come "Superstitious", "Cherokee", "Rock the Night", "Open Your Heart", "Stormwind" e "Scream of Anger" dallo stupendo "Wings of Tomorrow", e l'immancabile "The Final Countdown" posta in chiusura di un concerto indimenticabile per prestazione, coinvolgimento, suono, scaletta.


GLI ASPETTI TECNICI (BY SYBELIUS)
Come tutte le band che in tour internazionale abbracciano una manciata di date anche nel nostro paese, gli Europe si sono presentati con lo standard tecnico che una produzione come la loro mette in piedi per creare una ottima sinergia tra costi, sforzi e rendimenti.
Un service nostrano per seguire tutte le date italiane porta il grosso del materiale (luci e amplificazione)che viene integrato con il backline della band e di solito un paio di mixer luci e una essenziale outboard per l’audio.
Sul fronte luci lo spettacolo si è dimostrato molto molto semplificato… forse anche un po’ per colpa del locale che non è proprio dei più grandi, sono stati montati non più di una trentina di pezzi luce comprendenti 16 teste mobili quasi tutti wash, 4 strobo, 4 barre ACL, e 6 ormai immancabili blinder puntati sul pubblico.
Il disegno luci non ha brillato per effetti stupefacenti ma ha in ogni modo fatto il suo dovere illuminando tutti nei momenti giusti.
La parte audio è stata invece molto bella, suoni chiari, definiti, puliti e (ci tengo molto a sottolinearlo) tutto analogico! Un bel Midas Heritage 3000 come mixer di sala e un impianto composto da 4 teste Martin W8 per parte e 4 sub in modalità Stack, cioè appoggiato e non appeso come lo si vede nelle grosse venue (solo 4? Direte voi… per chi non conoscesse il Vox di Nonantola… credetemi basta e forse avanza).
Purtroppo non ho avuto modo di vedere il mixer palco né i finali per l’impianto, ma posso immaginare che se il service ha fatto il suo dovere ha sicuramente adottato dei LabGruppen (finali di fabbricazione svedese, come la band) o al massimo dei Camco; mentre non ho idea di che cosa ci possa essere stato per curare il suono sul palco.
Il monitoraggio era un “classico” di una certa generazione di tecnici che ormai almeno in Italia si fa fatica a reperire, composto da Martin Audio LE2100 e LE1500 tutti a vista sul palco, anche perché il rocker di “altri tempi” ama appoggiare il piede mentre, imbracciando l’asta, sfoggia le sue doti vocali.
Batteria Yamaha (probabilmente la serie 11000) con una bella cassa da 26 pollici e una configurazione molto strana, dato che il batterista è mancino ma suona in modo particolare.
Tastiere? Semplice: il top di gamma di Nord Lead e Yamaha.
Ampli di basso e chitarre nascosti dietro dei teli fonotrasparenti si sono “fatti vedere” solo alla fine, quando la crew ha iniziato lo smontaggio.
Ho potuto scorgere solo delle casse Marshall per le chitarre e delle casse Ampeg per il basso… non so che teste e/o finali gli abbiano accoppiato perché la solita e infallibile efficienza dei tecnici aveva chiuso i flight-case prima che io riuscissi a sbirciare qualcosa.
In conclusione che dire? La semplicità paga sempre! Un suono veramente ottimo a discapito di un disegno luci forse un po’ troppo povero di fantasia. Ma come recita il vecchio adagio dei tecnici live: “non si può avere tutto dalla vita…no?”

THE FINAL COUNTDOWN
La conclusione è ovvia: un concerto memorabile. Le uniche due pecche? La prima è la durata, un'ora e 40 sono un po’ pochine per il costo del biglietto, si poteva pensare ad un opening act, ma tant'è. La seconda? Beh, sarò un po’ troppo esigente, ma se mi facevano pure "Tomorrow" e "Carrie" potevo morire in pace…



SETLIST

Intro
Last Look at Eden
Love is not the Enemy
Superstitious (medley with "Woman no Cry")
Gonna Get Ready
Scream of Anger
Keyboard solo
No Stone Unturned
Let the good Times Rock
Acoustic break
Prisoners in Paradise
Open your Heart
Stormwind
Guitar solo
Girl from Lebanon
New Love in Town
Start from the Dark
Drum solo
Cherokee
Rock the night

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ENCORES:

The Beast
The Final Countdown
Report a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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