(27 marzo 2011) Death Angel + Suicide Angels + Resistance + guests, 27/03/2011 (Black Out Club, Roma)

Info

Provincia:RM
Costo:18
Non vedevo un'esibizione live dei Death Angel dal lontano 2004, ossia da quando vennero a Roma per il Summer Day In Hell, un piccolo ma infuocato festival estivo che lasciò un segno indelebile sul sottoscritto, soprattutto a livello fisico. Adesso i Death Angel sono headliner e si portano dietro quattro band di supporto tutto sommato discrete, e su tutte spiccano i nostrani Adimiron, che non sono affatto discreti, ma ottimi. Come da consuetudine è il Black Out ad ospitare questa ciurma impazzita, peccato soltanto che come al solito si è registrato un numero di presenze non propriamente proporzionale al peso storico dei Death Angel, senza nulla togliere alle band restanti.

I primi a salire sul palco sono i Roots Of Death e malgrado una sala concerti vuota non si sono risparmiati e hanno scaricato tonnellate di decibel con un sound perfettamente bilanciato fra Thrash Metal e Death/Core Metal. La prestazione pura è stata sicuramente di buon livello, peccato soltanto per la qualità audio che non è stata delle migliori, i riff di chitarra uscivano "impastati" e poco comprensibili, ma questo è un classico per i primi che salgono sul palco.

Con i Resistance la musica non cambia poi molto rispetto alla prima band, semmai si fa ancora più dura e arrabbiata, ma i risultati non sono esaltanti. La band ama picchiare duro e nessuno mette in dubbio tutto questo, il problema è che i brani non lasciano il segno, sono anonimi e danno la sensazione di essere già stati ascoltati in altre occasioni con molta più qualità. La noia cala sovrana e per fortuna si arriva presto alla fine.

Quando arriva il turno degli Adimiron si riscontra a vista d'occhio un aumento dei presenti, e questo è un buon segno, la band capitolina inizia a raccogliere quanto seminato grazie alla loro particolare visione del Metal, molto originale e contemporaneo, con svariate influenze che vanno dal Thrash Metal più pesante a tutta una serie di intuizioni che possono arrivare fino ai Tool. Dal vivo gli Adimiron non perdono nemmeno un briciolo di dinamismo, e le loro movenze sonore conquistano immediatamente il pubblico, suscitando approvazione. La band sta per pubblicare il nuovo album e credo proprio che sarà un passo avanti. Ad ogni modo mi sento di consigliare a tutti quanti di andare a uno dei prossimi live che gli Adimiron terrano in veste di headliner.

Con i greci Suicide Angels non si può fare a meno di "scapocciare". Il loro Thrash Metal è puro come l'acqua, genuinamente retrò e senza un minimo di originalità, senza innovazione, senza evoluzione, eppure così istintivo e ostinato che è un piacere farsi investire da questa ventata di clichè e luoghi comuni. Salgono sul palco e in tutta tranquillità riversano sui presenti riff groovy e diretti, asciutti e spigolosi, al tempo stesso estremamente fluidi e distruttivi. Gli omaggi a gente come Slayer, Overkill, Testament, Kreator e via discorrendo si sprecano, eppure è proprio quello che ci serve prima dei Death Angel.

E dopo un'attesa che iniziava a farsi fastidiosa giunge il momento dei Death Angel, e mai tale momento fu più acclamato, peccato soltanto per la cronica mancanza di pubblico, in pratica la sala del Black Out si era riempita appena per metà, una situazione oggettivamente triste, ma del resto a Roma funziona così. Sono professionisti, e lo fanno vedere, schiacciando di peso il piede sull'acceleratore, sfoderando una prestazione superlativa, tutto sudore e passione. Le danze si aprono con I Chose The Sky, Evil Priest, Buried Alive e Misstress Of Pain, eseguite con energia e aggressività; i riff scorrono alla grande, le ritmiche sono pugnalate sulla schiena e la voglia di vivere (perchè di questo si tratta) di Mark Osegueda sono travolgenti, recepite all'istante dai fans che restituiscono il favore con un pogo sfrenato. Si prosegue con This Hate, Truce, Relentless Retribution e Veil Of Depection, a testimoniare come ci sia un equilibrio perfetto tra la loro produzione passata e quella post-reunion. Hanno suonato praticamente per quasi due ore senza un calo di tensione, senza un pausa, senza dare possibilità di riprendere aria, ecco perchè arrivati alle conclusive The Ultra-Violence e Thrown To The Wolves è come se fosse l'ultimo giorno di guerra, dopo si può tornare a casa più sollevati e sfogati, sempre se si è riusciti a sopravvivere.

La setlist:

I Chose The Sky
Evil Priest
Buried Alive
Mistress Of Pain
Claws In So Deep
Seemingly Endless Time
This Hate
Relentless Revolution
Truce
Purgatory
(Iron Maiden Cover) (parziale)
Veil Of Deception
Opponents at Sides
Bored / Heaven And Hell (Black Sabbath Cover)
Thrashers
Kill As One
Lord Of Hate
River Of Rapture
The Ultra-Violence
Thrown To The Wolves
Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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