(18 marzo 2016) Dream Theater @ Teatro degli Arcimboldi (Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:a partire da €45,00+d.p.
Le aspettative per il nuovo tour dei Dream Theater erano, logicamente, molto alte: concerti nei teatri, l'esecuzione integrale dell'ultimo "The Astonishing", un preannunciato ausilio di videoproiezioni a supporto del concept erano anticipazioni sufficienti a far venire l'acquolina in bocca ai tanti fan della band di New York.

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La performance inizia poco dopo le 20.30, in un Teatro degli Arcimboldi sold-out, davanti a un pubblico molto eterogeneo fatto di metallari "fuori-luogo" poco abituati agli spazi della musica colta e adolescenti in compagnia dei genitori per assistere al loro primo concerto rock. Assolutamente vietati telefonini, foto e video in genere (non mi è parso di vedere nemmeno un giornalista sotto al palco). Una breve introduzione parlata prelude all'ingresso di John Petrucci, John Myung, Jordan Rudess e Mike Mangini che con "Dystopian Overture" danno inizio alle danze. Individuiamo, non senza sorpresa, la presenza di basi preregistrate (in sincrono con i video) che, tra orchestrazioni, cori e quant'altro, ci accompagneranno per tutto lo spettacolo permettendo alla formazione di concentrarsi esclusivamente sulle proprie parti. L'audio è buono (meno male) e lo sarà per tutta la serata nonostante i posti non proprio "nobili" in nostro possesso. Su "The Gift Of Music" fa la sua apparizione anche James LaBrie, accolto a gran voce dal pubblico. Il cantante, nonostante l'età, è decisamente in forma (come i suoi colleghi del resto) e terrà bene per tutte le due ore e mezza successive senza particolari, se non fisiologici, cali. Il primo atto procede senza intoppi nella narrazione delle vicende di Gabriel (non supportate a dovere dalla parte video, per il sottoscritto la nota dolente della serata) e brillano in particolare i brani "A Better Life", "Brother Can You Hear Me?", "A Life Left Behind", "A New Beginning" e la conclusiva "A Road To Revolution". I nostri si prendono 20 minuti di pausa (e così fa il pubblico) prima di tornare sul palco per il secondo atto, eseguito nella sua totalità senza imprevisti. Ancora una volta i brani "vincenti" sono quelli che dal vivo funzionano meglio (penso a "Moment Of Betrayal", "Losing Faythe" e "Our New World" con i presenti invitati dal cantante ad alzarsi in piedi). La band esce momentaneamente prima della traccia finale "Astonishing" con cui danno definitivamente la buonanotte al pubblico di Milano.

Capita che, ascoltando l'esecuzione di un concept-album dal vivo, cambino le prime impressioni legate all'ascolto del solo CD (da questo punto di vista vedere dal vivo "Hand. Cannot. Erase." di Steven Wilson per me è stato emblematico). In questo caso, invece, mi sento di confermare tutto quello che avevo provato la prima volta che ascoltai "The Astonishing": una ritrovata e positiva ambizione degna del monicker Dream Theater, una certa prolissità "colpevole" di non dare la dovuta visibilità alle buone idee messe in campo, un nuovo equilibrio compositivo molto (troppo) sbilanciato sul fronte Rudess a discapito soprattutto della sezione ritmica (che quasi sempre si limita esclusivamente ad accompagnare), una trama sinceramente banale, un interessante ma controproducente utilizzo di un solo cantante per dar voce ai vari i personaggi della vicenda. Quello che poteva aggiungere la dimensione live al lavoro non è stato, a mio avviso, centrato. La parte video, come già anticipato, è stata davvero poca cosa, a metà tra l'immaginario 3D di Walt Disney e i videogame, con alcuni "fronzoli" concettuali che nulla avevano a che fare con la storia e tantomeno aiutavano a capire qualcosa di più o di meno (da sbellicarsi le proiezioni in cui Gabriel suonava la chitarra classica mentre Rudess pigiava i tasti del suo pianoforte disorientando il povero ascoltatore). Musicalmente la prestazione è stata impeccabile, nonostante una ritrovata "staticità sul palco" che ha fatto tornare il ricordo agli anni più "bui" della band, ma è spiaciuto vedere Mike Mangini e John Myung in particolare sempre e costantemente "a testa bassa" concentrati e poco coinvolgenti come se fossero dei "beceri" turnisti (Portnoy, quando torni?? ndr). I brani che non funzionavano su disco, dal vivo hanno confermato la propria scarsa coerenza (in particolare le cosiddette "tracce NOMACS") e la mancanza di un vero e proprio "bis", anche se preannunciata, un po' di amaro in bocca l'ha lasciato. "I would like a chance for a new beginning": mai parole furono più azzeccate...

Setlist:
Descent Of The Nomacs
Dystopian Overture
The Gift Of Music
The Answer
A Better Life
Lord Nafaryus
A Savior In The Square
When Your Time Has Come
Act Of Faythe
Three Days
The Hovering Sojourn
Brother, Can You Hear Me?
A Life Left Behind
Ravenskill
Chosen
A Tempting Offer
Digital Discord
The X Aspect
A New Beginning
The Road To Revolution
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2285 Entr'acte
Moment Of Betrayal
Heaven's Cove
Begin Again
The Path That Divides
Machine Chatter
The Walking Shadow
My Last Farewell
Losing Faythe
Whispers On The Wind
Hymn Of A Thousand Voices
Our New World
Power Down
Astonishing
Report a cura di Gabriele Marangoni

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