(15 novembre 2019) Messa + Slowtorch + Swamp @ Kuba, Caldaro

Info

Provincia:BZ
Costo:5
Avrei voluto chiudere questo report dicendo quanto il concerto dei Messa fosse stato indimenticabile e come mi fossi goduto questa bella serata all'insegna del doom e dello stoner/sludge. Invece no. Invece mi sono ritrovato al mio rientro a casa davvero infastidito ed amareggiato per come sono andate le cose. Ma procediamo per ordine..

In occasione dell'ultima tranche di date prima del meritato riposo, i Messa fanno tappa al Kuba di Caldaro, nelle vicinanze di Bolzano, accompagnati in apertura dai tedeschi Swamp e dai local Slowtorch. Nonostante l'incertezza dettata dal meteo, con la neve che minaccia di cadere copiosa, decido comunque di non mancare all'appuntamento vista anche la scarsità cronica di eventi di rilievo in Trentino - Alto Adige, nonostante il Brennero sia un punto di ingresso in Italia pressochè obbligatorio per tutte le band che nel corso delle loro tournee fanno tappa nel Bel Paese.

Al mio arrivo al Kuba noto con piacere che il locale è piccolo ed intimo e ben si presta agli eventi live anche per mezzo di un'acustica che sin dalle prime note risulta essere davvero buona. Ordinata quindi la birretta d'ordinanza mi appresto a godere della compagnia dei tedeschi Swamp, che da Monaco di Baviera aprono le danze con il loro stoner/sludge metal roccioso e convincente: il trio propone una manciata di brani da cui emerge prepotente l'influenza di band come Kyuss, Down ed in certa misura anche Pantera e riesce nel compito di scaldare a dovere i presenti per la serata. Noto con dispiacere un'affluenza piuttosto bassa che si aggira intorno alla cinquantina di persone paganti, davvero troppo scarsa per un evento del genere alla risibile cifra di 5 euro di ingresso, ma in parte giustificabile a causa delle incertezze metereologiche. I presenti in ogni caso sembrano gradire la musica del terzetto, che nonostante l'energia della propria proposta musicale pecca forse di un po' di presenza scenica, eccezion fatta per il cantante che si muove con disinvoltura sulle assi del piccolo palco del Kuba. Al termine della propria esibizione, gli Swamp possono dire di aver fatto il loro lavoro e di essere anche riusciti a coinvolgere abbastanza attivamente i presenti, che verso il finire dell'esecuzione hanno mostrato anche qualche accenno di pogo quando la birra ha iniziato ad entrare in circolo.

Messa in archivio l'esibizione degli Swamp, è il turno dei bolzanini Slowtorch prendere possesso del palco: la band ha alle spalle diversi anni di attività ed è un nome noto in regione per quel che riguarda l'ambito stoner. Dopo averli visti in azione questa estate di spalla agli inglesi Orange Goblin, seguo con interesse la loro esibizione da cui emerge chiaramente come il gruppo abbia decisamente maggiore confidenza con le assi del palco rispetto alla band che li ha preceduti: gli Slowtorch sparano in faccia ai presenti una quarantina di minuti di stoner fatto di riff di chitarra rocciosi e sporchi accompagnati da un basso robusto e solido. A catalizzare l'attenzione dei presenti, che nel frattempo non sono aumentati di molto, si occupa il singer Matteo Meloni, capace anche di intrattenere e coinvolgere il pubblico tra un brano e l'altro e a saltare sul palco durante l'esibizione del gruppo. La sua voce sporca e grezza inoltre si presta molto bene alla musica degli Slowtorch, che si rifanno piuttosto chiaramente al sound delle band più rappresentative in ambito stoner, e pur non non apportando nulla di particolarmente innovativo al genere riescono a proporre una quarantina di minuti di ottimo spettacolo e non sfigurano di certo nel difficile compito di fungere da spalla alla band principale della serata. Sarà forse stata la location piccola ed accogliente, saranno stati i suoni davvero azzeccati (ben calibrati e mai troppo assordanti) ma credo che questa sera sia stata la volta in cui ho maggiormente apprezzato dal vivo gli Slowtorch. Anche i presenti hanno mostrato di gradire l'esibizione dei bolzanini e si sono fatti più vicini al palco dopo essere stati invitati dalla band e si sono fatti coinvolgere volentieri dalla musica del gruppo.

Fuori il tempo continua a reggere e la minaccia della neve sembra svanire sempre più, quando verso le 23 i Messa fanno il loro ingresso sul palco del Kuba. Dopo un attento e curato soundcheck, la band inizia la propria esibizione e fin da subito sono infastidito dal comportamente di alcune persone all'interno del locale: la band sale sul piccolo palco un componente alla volta sulle note dell'iniziale "Leah" che parte con il solo riff di chitarra, peccato che la gente non solo non smetta di chiacchierare mentre la band inizia il proprio show, ma lo faccia a voce alta rovinando completamente l'atmosfera che la musica dovrebbe ricreare. I Messa tuttavia non sembrano badare alla maleducazione dei presenti, che nel frattempo sono leggermente aumentati di numero pur non arrivando al centinaio (e qui ci sarebbe un'altra parentesi da aprire: non capirò mai perchè la gente ai concerti ha questa pessima abitudine di arrivare solo per gli headliner..ma sorvoliamo) e si impegnano al massimo per proporre uno spettacolo professionale e di livello. Sara dietro al microfono da prova delle sue doti canore e sfoggia una prestazione da brividi, fedelissima alle versioni in studio, tra vocalizzi ed intepretazioni davvero magistrali, a cui segue a ruota il resto del gruppo: Alberto si alterna ottimamente alla chitarra ed alla tastiera e quando si lancia nelle sue fughe solistiche c'è da rimanere rapiti dal feeling e dal gusto bluesy che emerge dalla sue sei corde, mentre le tinte cupe e settantiane della tastiera conferiscono un tono ancor più mistico e solenne alla musica della band. Marco dal canto suo passa dal basso alla chitarra con estrema disinvoltura a seconda dei brani e rispetto al suo compagno mostra anche una maggiore presenza scenica, mentre dietro le pelli Mistyr si adatta perfettamente alle varie sfumature della musica dei Messa giocando perfettamente con le dinamiche e alternando momenti più duri ad altri più rarefatti. Il gruppo continua la propria esibizione con "She Knows", un brano lungo in cui per larghi tratti dovrebbero essere le tastiere ad accompagnare la suadente voce di Sara ed evocare atmosfere cupe ed oscure: il condizionale è purtroppo d'obbligo, perchè la gente pare proprio disinteressata a seguire l'esibizione e a farsi trasportare dalla musica eterea del gruppo e preferisce continuare a parlare a voce alta, a ridere e a disturbare in prima battuta la band che qualche cenno di fastidio inizia a mostrarlo ed in secondo luogo anche chi come me vorrebbe godere appieno della musica come meriterebbe. Man mano che brani come "White Stains", "Tulsi", "Snakeskin Drape", "The Seer" e "New Horns" si susseguono la band da prova della grande esperienza e maturità acquisite sui palchi più prestigiosi del mondo, tollerando a fatica la maleducazioni di chi tra i presenti ha continuato imperterrito a parlare ad altra voce ed in maniera sguaiata per tutta l'esibizione dei Messa e che ha irrimediabilmente guastato la resa dei brani. In nessun concerto questo è accettabile, a maggior ragione ad un concerto doom metal dove l'atmosfera ha un certo peso. Quando poi il gruppo annuncia che "Hour Of The Wolf" sarà l'ultimo pezzo della serata, il pubblico fa sentire il proprio dispiacere ma inspiegabilmente tutta l'intro di basso che prepara il pezzo è udibile a malapena, coperta come tutte le altre canzoni dal vociare indistinto di chi evidentemente era venuto al Kuba solamente a bere qualche birra. A nulla sono valse le occhiatacce piuttosto eloquenti che gli stessi Messa hanno riservato a questi individui, ma la band si è comportata in maniera impeccabile e professionale al massimo e ha dato tutta se stessa per offrire uno spettacolo all'altezza e non lesinando sull'impegno profuso sul palco.

Lascio il Kuba dopo un'ora circa di concerto con un'amarezza e una rabbia addosso e con la sensazione di essere stato derubato stasera. Nella mia vita MAI ho assistito ad uno spettacolo così deprimente: questa sera non sono stato ad ascoltare un concerto, sono stato al mercato del pesce con in sottofondo un disco metal. Mi sono sentito in imbarazzo anche io per i Messa, che hanno accettato di suonare qui stasera ma verso i quali non è stato mostrato alcun segno di rispetto da parte di chi evidentemente della musica non gliene frega un cazzo, ma che di questi eventi ne fa magari una passerella per mettere in mostra le proprie toppe più underground. Quelle stesse persone che magari piangono merenda e lamentano la mancanza di eventi come questo in regione, lamentandosi di dover andare fino a Milano, Bologna o Parma per vedere un concerto decente, salvo poi comportarsi a questa maniera inammissibile. Una vera occasione persa per godere di una delle band migliori che possiamo vantare in Italia in una location davvero ottima che sarebbe stata il teatro ideale per un evento come questo. Ma evidentemente è quello che ci meritiamo. La prossima volta, cortesemente, statevene a casa vostra e non venite a rompere i coglioni agli appassionati che per una volta all'anno vorrebbero godersi un concerto vicino a casa e ad un prezzo irrisorio, senza doversi spostare fino a Milano o Bologna.

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