13 dic 2001
Il sistema sanitario americano è tornato più recentemente sotto accusa dopo le inchieste di Michael Moore e del suo celebre "Sicko", ma all'inizio del nuovo millennio i fan dei Death e del loro leader Chuck Schuldiner avevano già avuto prova della sua iniquità.
Charles Michael, dopo aver fondato uno dei gruppi più seminali della scena metal e aver dato origine a uno stile chitarristico del tutto personale, iniziò ad accusare fastidi al collo alla fine degli anni Novanta. Dopo aver cercato conforto nei massaggi e nell'agopuntura, una risonanza magnetica gli comunicò la dura realtà: si trattava di un terribile tumore al cervello. Le cure dovevano essere immediate ma il loro costo raggiungeva quasi i 100.000 dollari, una cifra di molto superiore alle possibilità della sua famiglia.
Non appena si diffuse la notizia che la vita di Chuck avrebbe potuto essere stroncata dall'assenza di fondi, la comunità metal si attivò per raccogliere donazioni a suo favore. Nonostante il successo dell'operazione la diagnosi non era stata esatta, e il tumore dopo quasi due anni tornò ancora più aggressivo. Una polizza assicurativa era stata stipulata per pagare le cure, ma il premio non venne mai pagato perché i liquidatori della compagnia sostennero che il tumore era già presente prima della firma del contratto. La vita di Chuck era appesa a un filo: le cure arrivarono tardi ed erano così aggressive da spingere il suo corpo già debole sull'orlo del baratro. Poi arrivò una polmonite proprio nel momento in cui Charles stava lottando per sconfiggere il suo male, stroncandolo all'età di 34 anni.
Le dispute tra la famiglia e la Hammerheart Records, etichetta discografica che deteneva i diritti sui suoi Control Denied, non fecero altro che aumentare il senso di smarrimento in seguito alla perdita non solo di uno dei più importanti chitarristi della storia, ma anche di una grande persona, ricordata da tutti con affetto. La sua passione per il metal, il suo inconfondibile stile musicale, gli incredibili album dei suoi Death (ironia della sorte), i suoi testi intricati e "filosofici" sono il lascito di una persona che merita tutto il nostro rispetto.
Chuck, ci manchi.