Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:53 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. METAL WOMAN
  2. MY SWORD WILL NOT SLEEP
  3. LEATHER LORD
  4. CHIEF AND THE BLADE
  5. DARK MESSENGER
  6. LOOK OUT
  7. 4000 TORCHES
  8. LEAVE IT ON THE ICE
  9. DIE FOR GOLD (UPON THE BOILING SEA IV)
  10. STORMING JUNO
  11. MEN OF FORTUNE
  12. ONE FOR THE DITCH

Line up

  • Cam Pipes: vocals
  • Shane Clark: guitars
  • Justin Hagberg: guitars
  • Byron Stroud: bass
  • Ash Pearson: drums

Voto medio utenti

Arrivano dal Canada i 3 Inches Of Blood, e questo “Long live heavy metal” è il loro quinto album in studio. Un album che, fin dal titolo (una vera e propria dichiarazione di intenti), mette in chiaro l’amore della band per le più classiche delle sonorità della nostra musica preferita. Quindi se siete amanti di Judas Priest, Accept, o di band più recenti come Primal Fear, non potete lasciarvi sfuggire questo disco, che pur non scrivendo nulla di nuovo renderà piacevole un’oretta della vostra vita a suon di metallo fuso, con classicissimi riff di chitarra, la voce altissima del singer Cam Pipes, una sezione ritmica quadrata e precisa a sorreggere il tutto e titoli che parlano da soli: “Metal woman”, “My sword will not sleep”, “Leather lord”, tanto per citarne qualcuno… Giusto per non risultare eccessivamente banali, i nostri inseriscono qui e là sia qualche growl che qualche accenno più power oriented, e soprattutto delle belle partiture acustiche, che donano quel tocco epico che non guasta mai. Il disco scorre via che è un piacere, anche se alla lunga la voce particolare di Pipes può risultare leggermente monotona, ma d’altra parte è un rischio calcolato, visto che di contro il singer si distingue dalla massa informe di inutili screamer che hanno invaso la scena negli ultimi anni, dimostrando personalità e capacità interpretativa. Da sottolineare, inoltre, come la parte del leone la facciano le due asce Hagberg e Clark, autori, oltre che di riff incisivi, soprattutto di ottimi assoli, sia individuali che all’unisono, tanto da non sfigurare nel raffronto con i grandi del passato. Ovvio che se confrontato per esempio a “Stalingrad”, ultima fatica degli Accept, questo “Long live heavy metal” esce sconfitto. D’altra parte la classe non è acqua, e stiamo pur sempre parlando della band di Wolf Hoffmann, però è altrettanto vero che qui non stiamo certo facendo una gara, anche e soprattutto perché, tutto sommato, la proposta dei canadesi risulta onesta e genuina, un sincero tributo al metal che fu, che può piacere tanto ai più attempati quanto ai più giovincelli. L’album non è una mera operazione commerciale per nostalgici, di sostanza ce n’è a iosa, quindi non vi resta altro da fare che metterlo nel lettore e scatenarvi al suono di “Storming juno”, “Men of fortune” o “4000 torches”. Il 2012 è appena a un terzo del suo cammino, ma in ambito classic/thrash sono già state sparate delle ottime cartucce, e “Long live heavy metal” è senz’altro una di queste…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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