In un’epoca ormai remota, immerso in un angolo sconosciuto delle terre del nord doveva esserci un regno un tempo incantato sul quale giunsero inesorabili delle forze oscure, annunciate da antiche profezie; è giunto il momento di impugnare la spada e di combattere.
Questa è la storia di Loathdruin che ci raccontano i Wind Rose nel loro debut album.
Gli accenti fiabeschi di
“Awakening”, preludio di quest’opera, ci introducono in un mondo fatto di sinfonie dai toni medievali sostenuti da strutture progressive e symphonic che li impreziosiscono portandoli su frequenze vigorose e contemporanee, mentre tastiere e synth quanto mai centrati fanno da tappeto rosso su cui scorre un power metal quasi
cinematico -volendo ormai fare nostro anche questo termine- sulla scia dell’opera di Turilli & Co. che si arricchisce di eco scandinave e che portano con se anche elementi tipici del power mitteleuropeo. Sedici brani, ma considerate che oltre all’incipit vi sono altri sei intro separate: contribuiscono ad aggiungere quel tocco epico in più e, pur essendo graditi e in ogni caso utili a stemperare un disco che a dire la verità dura davvero tanto, spezzano troppo il ritmo l’album aggiungendo altra mole… poi, volete mettere pagare sedici brani al prezzo di dieci? (o forse è al contrario?)
Ottima l’interpretazione di Francesco Cavalieri capace di spaziare su diverse tonalità e di reggere la sfida lanciata dalle chitarre anch’esse multiformi che spaziano da arpeggi acustici a riff importanti riuscendo anche a inserire brevi elementi à la guitar hero come in
“Oath to Betray” ma non solo. Persuasivi già da subito con
“Endless Prophecy” introdotto da uno scampanio e curatissima nei dettagli, esprimono maggiormente il loro know how in
“Siderion” dove le diverse influenze stilistiche riescono a convivere al meglio.
Ovviamente non poteva mancare anche una ballad e arriva così la malinconica e sognante
“Sons of a Thousand Nights” distorta leggermente da una chitarra neoclassica nella seconda parte.
Finale bardesco con
“Moontear Sanctuary” e
“Close to the End”.
Shadows Over Lothadruin si rivela un album fatto davvero bene nonché un acquisto consigliatissimo, realizzato senza azzardi e con un buon grado di consapevolezza che non presenta alcuna nota stonata se non, come detto prima, il fatto di essere un po’ lungo.
Artwork e produzione poi, la ciliegina sulla torta.
E bravi i Wind Rose!
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