E' ancora grazie ai commenti degli utenti del Forum della Gloria che la mia attenzione è stata richiamata al ricordo di questa interessante formazione brasiliana. Purtroppo nel corso degli anni i Dark Avenger non sono mai riusciti a dare la necessaria continuità (... la qualità invece si!) alla propria produzione discografica, inaugurata dall'autointitolato album d'esordio uscito nel 1995. Lo stesso disco che scoprii solo qualche anno dopo, quando la Scarlet Records si prese carico di ristamparlo, e che recensii in quella che era la prima incarnazione di Metal.it...[... Buon colpo per la Scarlet, che rende giustizia ad un album inciso ben cinque anni fa e che è distribuito in Europea solo ora, mentre i brasiliani
Dark Avenger sono già al lavoro al successore di questo selftitled debut (si tratterà di un concept sui Cavalieri della Tavola Rotonda).
Il gruppo affonda le proprie radici in un metal "vecchia maniera" che mostra parecchi punti di contatto con i soliti nomi, senza però rifarsi sfacciatamente a nessuno in particolare, (
gli Iron dite voi? ...d'accordo!), anche se l'accostamento che ho trovato più calzante è quello con i Metal Church, sopratutto quando il singer Mario Linhares si incattivisce. In questa situazione mi ricorda, infatti, moltissimo David Wayne, ma anche l'altrettanto bravo Mike Howe, che per parecchi anni ha sostituito proprio Wayne.
Il brano iniziale "Armageddon" mi ha fatto inizialmente pensare a dei Mesmerize brasiliani, stesso approccio demodé (molto Maiden prima maniera), e se si sono dimostrati più aggressivi della band italiana, specialmente grazie alle chitarre, il singer non regge il (difficile) paragone con Folco Orlandini. A ruota "Die Mermaid!", gran pezzo, ben arrangiato ed interpretato dalla band, caratterizzato da un incedere epico frammentato da schegge speed, avete presente i Manowar più incaz... incalzanti?. Passa inosservata "Who Dares to Care", ma non la fa franca l'acustica, e noiosa, "Give a Chance" che fortunatamente dura solo tre minuti, con il cantante in difficoltà sulle note più alte. Fortunatamente si approda su altri lidi con "Green Blood" e "Rebellion", due di quei brani che mi hanno fatto "rispolverare" i Metal Church, sopratutto per l'approccio vocale. Da elogiare i due chitarristi che si incrociano nei solos e ampio spazio anche per Gustavo Viera che su "Green Blood" ci regala un ottimo assolo di basso, a confermare il buon tasso tecnico in possesso di questo giovane gruppo. Rintocchi di campane ed atmosfere cinematografiche introducono la tellurica "Dark Avenger" brano
manifesto del gruppo non solo per il nome, ma anche perché è un sunto della proposta musicale della band. "Half Dead Eyes" stempera i ritmi, nuovamente una ballad e nuovamente poco riuscita, anche se la band ci mette più energia che in precedenza. I Dark Avenger devono migliorare questo aspetto, oppure dedicarsi ai pezzi che gli riescono meglio, ad esempio la veloce ed immediata "Madelayne", certo che se quei
"...oh...oh...oh..." Bruce Dickinson li avesse poi brevettati. Ancora un paio di episodi prima della conclusiva canzoneche dovrebbe essere più recente, inclusa come bonus track. "Morgana" non si discosta troppo da quanto ascoltato fino ad ora, forse un brano più complesso anche se leggermente penalizzato dalla produzione, che invece finora si era mantenuta su ottimi livelli. Complimenti pure per il bell'artwork, ben realizzato e molto
metal senza essere pacchiano.
Questo vale anche per i Dark Avenger. ... ]
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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