Horna - Nyx (Hymnejä yölle)

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:World Terror Committee
Distribuzione:World Terror Committee

Tracklist

  1. HYMNI I
  2. HYMNI II
  3. HYMNI III
  4. HYMNI IV
  5. HYMNI V
  6. KUOLEVA LUPAUS

Line up

  • Spellgoth: Vocals
  • Shatraug: Guitars, Songwriting, Lyrics
  • Infection: Guitars
  • VnoM: Bass
  • LRH: Drums

Voto medio utenti

"Nyx (Hymnejä yölle)", dove "Hymnejä yölle" dovrebbe essere traducibile dal finlandese come qualcosa di simile a "inni per la notte", è il dodicesimo full-length della creatura di Shatraug, personaggio chiave insieme a Narqath e Werewolf della seconda generazione del Black finlandese, ovvero quella apparsa dopo Beherit, Impaled Nazarene e Belial… Tuttavia, non voglio tediarvi con queste formalità, dato che a breve avrete modo di leggere una guida interamente dedicata alla scena della Finlandia.

Tralasciando l'inchino - per poter pubblicare senza troppe polemiche questo nuovo LP -, che perfino una leggenda blasfema come gli Horna hanno dovuto fare alle assurdità del politically correct – dittatoriale – imperante in questa insulsa epoca moderna, ed entrando invece nello specifico di questo ultimo parto, possiamo sintetizzare affermando che i finnici riescono per l'ennesima volta a riconfermare il loro status di formazione di culto, senza altresì ripetersi nei medesimi stilemi.
I blacksters finlandesi sono sempre rimasti ancorati alle origini del Black Metal, non limitandosi però a rimbastire il medesimo canovaccio che potrebbe risultare oramai stantio; al contrario, riplasmando volta volta le grammatiche classiche del genere e sfiorandone pressappoco tutte le sfumature. Oscillando, dunque, tra un True Norwegian Black Metal in salsa finnica, a episodi più melodici e atmosferici fino ad album limitrofi alle sonorità DSBM – cosa, quest'ultima, che non stupisce, dato che uno dei progetti principali di Shatraug sono i Mortualia.
Per lunghi anni gli Horna hanno optato per produzioni estremamente raw e minimali; mentre ultimamente si ha, al contrario, una leggera pulizia sonora; suoni morbidi ma pur sempre dal sentore analogico, e forse ancor di più qui in "Nyx (Hymnejä yölle)".

"Nyx" riesce a stupire e risulta uno dei lavori più ispirati degli ultimi anni della band, in quanto rifulge di un afflato epico a tratti perfino dotato di una certa teatralità, con una varietà di influenze più classiche di stampo Heavy – in particolar modo in alcune progressioni chitarristiche, a tratti richiamanti dinamiche simili a quelle del movimento Cascadian –, oltre a una freschezza compositiva notevole.
Vi si trovano atmosfere monocromatiche che si alternano a momenti più ritmati e progressivi, impreziositi da un grande numero di hooks capaci di rendere davvero avvincente il lavoro. Tutto contribuisce a conferire all'opera, in linea generale, un pathos solenne ed evocativo aprente squarci ad attimi caldi e densi di policromie che non ci si attenderebbe da un complesso seminale come gli Horna.
Qui dentro vi è crudeltà, occultismo, stregoneria ed ebrezza dionisiaca sotto forma di un inno mistico alla notte… Quella notte a cui sempre la fiamma nera ha sottratto la luna trasfigurandone il volto, i sogni e gli spettri di fuoco.
"Nyrx" lascia spazio anche alle carezze delle chitarre acustiche e a lirismi vocali limpidi, come nel meraviglioso rifacimento in versione Folk di
"Kuoleva lupaus" - contenuta nell'ottimo "Envaatnags Eflos Solf Esgantaavne" (2005) -, portante con sé tutta la poetica struggente della tradizione nordica che tanto ha risuonato nel diaframma emotivo dei Bathory.

Cinque inni alla notte ispirati, gelidi e portatori di nuove tempeste, suggellati dal sublime epitaffio Folk posto in sede terminale…
Un incesto tra Finlandia (figlio) e Madre Norvegia, tratteggiante un affresco immaginifico e occulto; nostalgico, tragico e al contempo proteso alla resurrezione di un mondo ormai scomparso.

"Nyx (Hymnejä yölle)" è ammantato da un'oscurità che tuttavia cela al suo interno un senso estetico lucente…
A voi l'impresa di dischiuderlo.




Recensione a cura di DiX88

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