"Nyx (Hymnejä yölle)", dove
"Hymnejä yölle" dovrebbe essere traducibile dal finlandese come qualcosa di simile a
"inni per la notte", è il dodicesimo full-length della creatura di
Shatraug, personaggio chiave insieme a
Narqath e
Werewolf della seconda generazione del Black finlandese, ovvero quella apparsa dopo
Beherit,
Impaled Nazarene e
Belial… Tuttavia, non voglio tediarvi con queste formalità, dato che a breve avrete modo di leggere una guida interamente dedicata alla scena della Finlandia.
Tralasciando l'inchino - per poter pubblicare senza troppe polemiche questo nuovo LP -, che perfino una leggenda blasfema come gli
Horna hanno dovuto fare alle assurdità del politically correct – dittatoriale – imperante in questa insulsa epoca moderna, ed entrando invece nello specifico di questo ultimo parto, possiamo sintetizzare affermando che i finnici riescono per l'ennesima volta a riconfermare il loro status di formazione di culto, senza altresì ripetersi nei medesimi stilemi.
I blacksters finlandesi sono sempre rimasti ancorati alle origini del Black Metal, non limitandosi però a rimbastire il medesimo canovaccio che potrebbe risultare oramai stantio; al contrario, riplasmando volta volta le grammatiche classiche del genere e sfiorandone pressappoco tutte le sfumature. Oscillando, dunque, tra un True Norwegian Black Metal in salsa finnica, a episodi più melodici e atmosferici fino ad album limitrofi alle sonorità DSBM – cosa, quest'ultima, che non stupisce, dato che uno dei progetti principali di
Shatraug sono i
Mortualia.
Per lunghi anni gli Horna hanno optato per produzioni estremamente raw e minimali; mentre ultimamente si ha, al contrario, una leggera pulizia sonora; suoni morbidi ma pur sempre dal sentore analogico, e forse ancor di più qui in
"Nyx (Hymnejä yölle)".
"Nyx" riesce a stupire e risulta uno dei lavori più ispirati degli ultimi anni della band, in quanto rifulge di un afflato epico a tratti perfino dotato di una certa teatralità, con una varietà di influenze più classiche di stampo Heavy – in particolar modo in alcune progressioni chitarristiche, a tratti richiamanti dinamiche simili a quelle del movimento Cascadian –, oltre a una freschezza compositiva notevole.
Vi si trovano atmosfere monocromatiche che si alternano a momenti più ritmati e progressivi, impreziositi da un grande numero di hooks capaci di rendere davvero avvincente il lavoro. Tutto contribuisce a conferire all'opera, in linea generale, un pathos solenne ed evocativo aprente squarci ad attimi caldi e densi di policromie che non ci si attenderebbe da un complesso seminale come gli
Horna.
Qui dentro vi è crudeltà, occultismo, stregoneria ed ebrezza dionisiaca sotto forma di un inno mistico alla notte… Quella notte a cui sempre la fiamma nera ha sottratto la luna trasfigurandone il volto, i sogni e gli spettri di fuoco.
"Nyrx" lascia spazio anche alle carezze delle chitarre acustiche e a lirismi vocali limpidi, come nel meraviglioso rifacimento in versione Folk di
"Kuoleva lupaus" - contenuta nell'ottimo
"Envaatnags Eflos Solf Esgantaavne" (2005) -, portante con sé tutta la poetica struggente della tradizione nordica che tanto ha risuonato nel diaframma emotivo dei
Bathory.
Cinque inni alla notte ispirati, gelidi e portatori di nuove tempeste, suggellati dal sublime epitaffio Folk posto in sede terminale…
Un incesto tra Finlandia (figlio) e Madre Norvegia, tratteggiante un affresco immaginifico e occulto; nostalgico, tragico e al contempo proteso alla resurrezione di un mondo ormai scomparso.
"Nyx (Hymnejä yölle)" è ammantato da un'oscurità che tuttavia cela al suo interno un senso estetico lucente…
A voi l'impresa di dischiuderlo.
Recensione a cura di
DiX88
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