(08 ottobre 2012) Paradise Lost + Soen@ Alcatraz, Milano - 08/10/2012

Info

Provincia:MI
Costo:€20,00 + d.p., €25,00 in cassa
Le interviste sarebbe sempre meglio farle dopo aver visto il concerto; un'esibizione live può dare spunti interessanti su cui discutere. E' il caso dei Soen, supergruppo di cui avevo ascoltato il debut, trovandolo imbarazzante per l'evidente plagio dei Tool. Dal vivo sono strepitosi, a partire da Joel Ekelöf, una delle più belle voci in circolazione: potente, profonda, melodica, richiama non solo Maynard Keenan ma anche Greg Dulli degli Afghan Whigs. Il suo modo di tenere il palco non viene dal metal ma si rifà, piuttosto, ai singer di scuola prog e new wave. Grandissimi anche Martin Lopez, ex drummer degli Opeth, in grado di passare da partiture jazz/melodiche a ritmiche tribali (ben sostenute dalla chitarra di Kim Platbarzdis), e Steve DiGiorgio. C'è bisogno di presentarlo? Uno dei più grandi bassisti contemporanei, ha suonato nei Death, Testament, Iced Heart, per dirne alcuni; ha creato uno stile personale, imitato a più riprese. Anche con lui si passa dal jazz al metal più tirato. In sede live la band perde molto di quella pericolosa similitudine con Maynard Keenan e soci, mentre risaltano le componenti progressive e l'impatto post rock: un rock molto pesante, ai confini con il metal, o un metal estremamente sofisticato, fate voi. Molto belle le melodie, un piacere soffermarsi sulle trame tecniche intessute. Esibizione breve ma intensa: Fraccions, Delenda, Oscillation, Canvas, Last Light, Savia, Slithering. Un plauso anche alla simpatia mostrata.



Personalmente non sono mai stata una fan dei Paradise Lost; li ho sempre trovati piatti, monotoni, poco rimarchevoli musicalmente, sopratutto se paragonati con le altre bands che hanno dato vita al gothic metal, primi fra tutti gli Anathema. Anche il singer, se accostato ad Aaron Stainthorpe e Vincent Cavanagh, mi è sempre parso il più debole. Ma trattasi di considerazioni soggettive. Di oggettivo c'è che questa sera il paragone con i Soen non ha retto, aggravato dall'aria distaccata e professionale, con frasi di routine, in contrasto con il calore e l'umanità espressi da chi è venuto prima di loro. Nick Holmes ha perso gran parte della voce e nei primi pezzi presentati, Widow, Honesty in Death, Erased, si fatica a sentirlo. Il pubblico non lo nota e non risente nemmeno dell'aria impersonale dello show; i Paradise Lost sono uno di quei nomi storici che si sono guadagnati uno zoccolo duro di fans, fedele negli anni. In molti erano lì dalle cinque del pomeriggio, per il meet and greet o solo per intercettare e parlare con qualcuno di loro. Il carismatico Greg Mackintosh ha un ventilatore piazzato davanti che gli agita continuamente i lunghi capelli e passa la maggior parte del tempo con il viso coperto, in una classica posa anni '80. Fra tutti sembra quello in miglior forma (ad un certo punto Holmes si è anche appoggiato una mano sui reni). Dalla scaletta sono stati lasciati fuori: Host, Believe in Nothing, Paradise Lost e l'esordio Lost Paradise. Dal nuovo Tragic Idol sono state prese la title track, Honesty in Death, Fear of Impending hell e In This We Dwell. Da Shades of God la onnipresente As I Die e Pity the Sadness; da One Second la title track e Say Just Words; da In Requiem Praise Lamented Shade e The Enemy; da Icon Embers Fire e Widow; da Symbol of Life Erased; da Draconian Times Enchantment; da Faith Divides Us - Death Unites Us la title track. Intro del concerto, come sempre, Desolate, outro di Gothic. Nonostante non siano mai stati dei virtuosi, i nostri hanno una perizia affinata in anni di palcoscenico, che, comunque, non salva le chitarre dalle stecche. Il concerto è filato pesante e d'impatto anche se, complice il nuovo stile canoro di Holmes, alla cupezza death si è sostituita un'aria più contemporanea, che permane nonostante il ritorno a sonorità metal.



Alla fine dei due concerti sono stata contenta di vedere la fila fuori dall'Alcatraz, oltre che per i Paradise Lost, per farsi fotografare con i Soen. Come sempre, un plauso ad uno dei migliori locali di Milano per organizzazione ed acustica.
Report a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 ott 2012 alle 15:19

Non so a che tipo di band tu sia abituata, tra l'altro dici subito di non amare particolarmente i PL (niente da ridire, sia chiaro), quindi credo che non abbia familiarità con l'indole sostanzialmente timida e chiusa dei 4 Brits. EDIT: LOL!!!! Ma dove l'hai visto Steve di Giorgio sul palco con i Soen?!?!?! Al basso c'era Christian Andolf.

Inserito il 16 ott 2012 alle 13:36

"aria distaccata e professionale, con frasi di routine" Cosa?! Un Holmes così simpatico, sorridente e comunicativo si vede di rado... e non sto facendo dell'ironia. Il fatto che quello che ho visto significasse "simpatico, sorridente e comunicativo" la dice lunga...

Inserito il 16 ott 2012 alle 12:04

"aria distaccata e professionale, con frasi di routine" Cosa?! Un Holmes così simpatico, sorridente e comunicativo si vede di rado... e non sto facendo dell'ironia.