(16 marzo 2008) Stormlord studio report - 16 Marzo 2008 (Outer Sound Studios, Roma)

Info

Provincia:RM
Costo:non disponibile
Erano anni che non mettevo piede negli Outer Sound Studios di Giuseppe Orlando dei Novembre, per la precisione dall'uscita di "Ton(e)s of Hate" dei Necrodeath (2003), pur avendoli ad una manciata di minuti di distanza da casa mia.
Sicuramente non vi era occasione di tornarvi migliore di uno studio report dei capitolini Stormlord che giungono al quarto full length album con questo "Mare Nostrum", che presenta diverse succulente novità rispetto al recente passato.

Innanzitutto dopo diversi anni cambia l'etichetta, si passa dalla nostrana Scarlet (che ha appena pubblicato il best of della band "The Legavy of Medusa" recensito qui) alla spagnola Locomotive, distribuita e promossa in Italia da Frontiers.

Inoltre anche musicalmente, benchè il marchio di fabbrica Stormlord sia ben presente e riconoscibile come sempre, c'è un leggero distacco dalle sonorità thrashy dimmuborgiane proposte sull'ultimo "The Gorgon Cult" a favore di un ritorno ad un sound più epico e maestoso, richiamando alla mente il vecchio "Supreme Art of War", a cui il nuovo "Mare Nostrum" si rifà in maniera evidente.

La produzione è ancora una volta a livelli stellari e conferisce allo stesso tempo una pulizia del suono unita ad una potenza vertiginosa, in più la masterizzazione svolta ai celeberrimi Finnvox (Helsinki, Finlandia) da Mika Jussila ha contribuito alla ricerca di una perfezione sonora centrata in pieno.

Lanciamoci quindi in un breve track by track che possa presentarvi l'album a grandi linee, non prima di avervi elencato la scheda tecnica del disco.

STORMLORD – “MARE NOSTRUM”
Release date: 23 Maggio 2008 – Etichetta: Locomotive Records – Distribuzione: Frontiers/Self

1. MARE NOSTRUM
2. NEON KARMA
3. LEGACY OF THE SNAKE
4. EMET
5. THE CASTAWAY
6. SCORN
7. AND THE WIND SHALL SCREAM MY NAME
8. DIMENSION: HATE
9. STORMLORD


Registrato e mixato agli Outer Sound Studios da Giuseppe Orlando
Masterizzato ai Finnvox (Helsinki, Finland) da Mika Jussila

Line up:
Cristiano Borchi - Vocals
Pierangelo Giglioni - Guitars
Gianpaolo Caprino - Electric, acoustic and classical guitars, clean vocals, keyboards and fx's
Francesco Bucci - Bass
David Folchitto - Drums


Ospiti:
Elisabetta Marchetti - voci femminili
Giuseppe Orlando (Novembre) - Guest Vocals su "Dimension: Hate" and "Stormlord"
Valerio Di Lella (Grimness) - Guest Vocals su "And The Wind Shall Scream My Name"
Back Up vocals: Giuseppe, Valerio, Francesco, Gianpaolo e Cristiano



MARE NOSTRUM Track by Track:

1. MARE NOSTRUM
L'album si apre in maniera perfetta, con un brano epico e maestoso, che sulle prime ricorda il main theme della soundtrack di Terminator 3, lasciando quasi i brividi addosso.
Tappeti di tastiere ed inserti di strumenti della nostra cultura la fanno da padrone in un brano variegato ed ottimamente articolato, tra momenti più cadenzati e thrashy ed altri con fulminee accelerazioni.
Senza dubbio uno degli highlights del disco.

2. NEON KARMA
Si cambia registro, strizzando l'occhio a sonorità più moderne e tecnologiche. Con continui rimandi a Soilwork e Rammstein, il brano conquista immediatamente dopo il primo ascolto, grazie alla potenza sprigionata su un'ottima linea melodica, molto catchy.
Un single potenzialmente perfetto dove appaiono (probabilmente) per la prima volta le screams filtrate di Cristiano. Sicuramente nella top 3 di questo album.

3. LEGACY OF THE SNAKE
Se Mare Nostrum era l'epicità in toni mediterranei, questa Legacy of the Snake ripropone il tema con la variabile del mondo arabo. Tra echi di Amorphis e Bolt Thrower, e con un sapiente lavoro di mixaggio a miscelare i suoni di chitarra, tastiera e sitar, trovano spazio l'affascinante voce femminile ad opera di Elisabetta Marchetti, un coro tibetano e sprazzi di growl in stile death. Uno degli episodi più complessi e meglio riusciti del lotto.

4. EMET
Un brano più semplice e lineare, perlopiù in mid-tempos, che appunto conquista per la propria potenza e linearità, con un finale a dir poco convincente ed in crescendo.

5. THE CASTAWAY
A metà disco ecco il brano che non ti aspetti. Degli Stormlord intimi, quasi ipnotico/progressivi, tra sviluppi acustici, voci profonde alla Type O Negative ed arpeggi misteriosi, su cui si staglia lo scream di Cristiano.
Sicuramente una novità nel sound della band ed una grande volontà di osare qualcosa di inusuale, anche se probabilmente ci vorrà più di uno sbrigativo ascolto per comprenderne al meglio l'efficacia.

6. SCORN
Intelligentemente, dopo un pezzo come The Castaway, Scorn è qui a pestare duro e senza tanti fronzoli. Una Legacy of the Snake più pesante e diretta, uno dei pochi brani che rimangono maggiormente legati alle caratteristiche del precedente "The Gorgon Cult".

7. AND THE WIND SHALL SCREAM MY NAME
Si ritorna ad atmosfere intense ed epiche, come facilmente intuibile dall'altisonante titolo, con in primo piano un intrecciato lavoro di chitarra, che in questo brano diventa protagonista anche nell'assolo, bellissimo e tristissimo allo stesso tempo, che fa decisamente decollare il brano nella seconda metà, con un mood davvero depressive di stampo norvegese.

8. DIMENSION: HATE
Uno dei brani migliori di "Mare Nostrum" è questa Dimension: Hate che messa in penultima posizione potrebbe un po' nascondersi ma che invece, tra un riecheggiare di Slayer e blastbeats furiosi in cui il drumming di Folchitto la fa da padrone, si rivela come uno dei pezzi più riusciti del disco. Ancora perfetti gli inserimenti della voce death metal.

9. STORMLORD
Ed ecco giungere il brano omonimo che dovrebbe quindi essere la summa del sound e della carriera degli Stormlord.
La missione può dirsi compiuta in quanto possiamo senza dubbio affermare che "Stormlord" sia senza dubbio il pezzo più affascinante del disco ed uno dei più belli mai scritti dalla band. L'album si chiude così come era iniziato con "Mare Nostrum", con atmosfere epicissime, magniloquenti, create ad arte dall'ottimo uso delle tastiere che contribuiscono alla nascita di un brano cadenzato, dall'incedere possente e mastodontico.
Mai come in questo momento gli Stormlord sono stati così vicini a bands come Summoning, Falkenbach e Menhir ed il risultato è spettacolare.


In definitiva uno studio report di piena soddisfazione che, a prescindere dal successo che avrà o meno il disco tra i fans, ci consegna senza dubbio il lavoro più maturo e personale della band, dove nulla è lasciato al caso ed emerge in ogni brano la volontà degli Stormlord di creare qualcosa di importante, nel segno del pieno ritorno ad una sonorità che mancava dal 1999.
Report a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 apr 2008 alle 12:51

coatto franzi :D

Inserito il 31 mar 2008 alle 16:47

E te pareva quale basso metteva Franzi per primo?