(22 giugno 2019) Hellfest, Day 2

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Anche il secondo giorno dell’Hellfest si apre per me in tutta tranquillità. Anzi, a dirla tutta oggi i gruppi che mi interessano non sono molti, e se a questo aggiungiamo che un paio di loro hanno predisposto restrizioni per i fotografi, significa che anche le chilometriche file sotto il sole cocente saranno di meno, per cui si prospetta una giornata tutto sommato rilassante, tutta da godere, per lo più improntata sulle sonorità più classiche, grazie a colossi del genere che andremo a scoprire insieme…

PS: come già detto in apertura del report del primo giorno, per quanto riguarda le foto, Kiss e ZZ Top avevano posto restrizioni, mentre per Whitesnake e Def Leppard siamo stati stoppati mentre eravamo in fila…

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FM
Ammetto senza nessun problema di non essermi mai filato gli FM, abbastanza distanti dai miei gusti musicali. Me li sono ritrovati davanti quasi per caso, mentre facevo colazione/pranzo, e sono rimasto letteralmente folgorato! Una band incredibile, con una classe altrettanto incredibile, uno show davvero intenso, suonato da sessantenni con esperienza da vendere e gusto melodico immenso. Ovviamente la gente che li ha seguiti è stata relativamente poca, ma qui si torna al discorso fatto nel report del primo giorno riguardo i gusti musicali quanto meno discutibili del popolo francese. Per me una scoperta davvero convincente, tant’è che approfondirò anche la loro discografia. Il bello dei grandi festival è anche e soprattutto questo, cioè scoprire, il più delle volte per caso, delle band a cui mai avevamo dato credito, e trovarle incredibilmente interessanti.
ELEGANTI

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RICHIE KOTZEN
Gli FM li ho scoperti anche perché ero nei pressi dei due Main Stage in attesa di un altro grande personaggio e ottimo chitarrista, Mr. RICHIE KOTZEN. Messi da parte quasi del tutto i virtuosismi estremi, ormai l’axeman americano punta molto più sul feeling, sulla passione, sul gusto, sul groove (coadiuvato alla grande anche dalla sua band), in poche parole sul blues, e non sulle scale iper tecniche fini a sé stesse. Forte dell’esperienza maturata nel corso degli anni, riesce a catturare l’ascoltatore anche con poche ma significative note, anche se il suo lato più tecnico spesso e volentieri fa capolino, specie duranti gli assoli. La domanda che mi faccio è perché si ostini a cantare, visto che alla lunga la sua voce stanca un po’, e l’avere un singer vero sul palco migliorerebbe di tanto la prestazione. Altra impressione che ho avuto, è che a volte mi è sembrato un po’ scazzato, ma forse era solo una giornata no. In definitiva lo show è stato di altissimo livello, uno squisito antipasto ai gruppi clou che seguiranno durante la giornata.
SANGUIGNO

Tracklist:
FEAR
BAD SITUATION
HELP ME
WAR PAINT
REMEMBER
LOVE IS BLIND
VENOM

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MOONSPELL
Visto che nulla di realmente interessante era proposto nel primo pomeriggio, ne approfitto per riposare e vagare un po’ tra le mille meraviglie proposte dal festival. Torno in azione quando sull’Altar fanno il proprio ingresso i MOONSPELL. L’ultima volta che avevo visto dal vivo i portoghesi era il 2001, precisamente al Tattoo The Planet a Milano, e se già in quella occasione avevo avuto modo di apprezzare le capacità della band di Lisbona, è innegabile che di acqua sotto i ponti ne sia passata davvero tanta nel frattempo, e i nostri siano cresciuti esponenzialmente, diventando un punto di riferimento per questo tipo di sonorità, forti anche dell’ultimo ottimo disco "1755". E inevitabilmente la scaletta è incentrata proprio su questo album, per più di metà, e in fondo è anche giusto così. Così come è altrettanto inevitabile inserire qualche classico, quindi è normale che quando partono canzoni diventate ormai dei classici come "Alma mater" o "Opium" vengano accolte con un boato. Devo dire che ho trovato la band veramente in grande forma, e, come nel caso di ieri di King Diamond, è un peccato averla dovuta vedere relegata su uno dei palchi “minori”.
SEDUCENTI

Tracklist:
EM NOME DO MEDO
1755
IN TREMOR DEI
OPIUM
BREATHE (UNTIL WE ARE NO MORE)
RUÍNAS
TODOS OS SANTOS
ALMA MATER
FULL MOON MADNESS

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EAGLES OF DEATH METAL
Mi sposto di nuovo verso i palchi principali, e sul Main Stage 2 stanno continuando il loro show gli Eagles Of Death Metal. Sarò io prevenuto, ma non ho mai capito l’enorme entusiasmo riservato alla band americana. Il loro rock è innocuo, non morde, non punge, non fa assolutamente nulla (scandalosa la loro cover di "Moonage daydream" di Bowie!). Sono solo molto bravi a tenere il palco con un’infinità di pose e mosse, ma la sostanza dov’è? Ne ho trovata davvero poca ascoltando una parte del loro concerto, quindi decido di tornare all’Altar per la parte finale dello show dei Moonspell, di ben altro spessore…
SOPRAVVALUTATI

Tracklist:
INTRO: BORN ON THE BAYOU (CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL SONG)
I ONLY WANT YOU
DON'T SPEAK (I CAME TO MAKE A BANG!)
ANYTHING 'CEPT THE TRUTH
COMPLEXITY (BOOTS ELECTRIC COVER)
HEART ON
CHERRY COLA
MOONAGE DAYDREAM (DAVID BOWIE COVER)
SPEAKING IN TONGUES
I LIKE TO MOVE IN THE NIGHT

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WHITESNAKE
È ora di iniziare a fare le cose seriamente, e quindi ecco sul Main Stage 1 una vera e propria leggenda della storia del rock, i WHITESNAKE, peraltro un’altra mia “prima volta”. Beh, cosa dire? La classe non è acqua, e alla faccia dei suoi 67 anni Mr. Coverdale fa mangiare la polvere a buona parte dei suoi colleghi. Constatato che dal punto di vista vocale David è in ottima forma, è uno spettacolo vederlo dominare il palco e tenere, letteralmente, in mano l’audience. Decenni di vita sul palco fanno la differenza e il carisma che sprigiona è quello che solo i rocker di quella generazione possiedono, questa caratteristica è ormai tristemente quasi del tutto sparita. Se a tutto questo aggiungiamo che su dodici brani proposti almeno undici (!!!) sono dei classici immortali, capirete come lo show vada praticamente avanti da solo. La band che accompagna il biondo singer magari non sarà stellare come le precedenti incarnazioni, ma vi assicuro che il livello è molto alto e garantisce un’esecuzione impeccabile. E vedere quella vecchia cariatide di Tommy Aldridge continuare a pestare sui tamburi come un ossesso (con tanto di assolo in cui suona con le mani, come ai vecchi tempi) è un vero piacere. Davvero devo stare qui a farvi una lista dei brani migliori eseguiti dai nostri? Come si può rimanere impassibili davanti a classici come "Bad boys", "Here I go again", "Still of the night", o "Is this love"? Incredibili, uno show che rimarrà impresso nella memoria dei presenti, senza alcun dubbio…
INTRAMONTABILI

Tracklist:
INTRO: MY GENERATION (THE WHO SONG)
BAD BOYS
SLIDE IT IN
LOVE AIN'T NO STRANGER
HEY YOU (YOU MAKE ME ROCK)
SLOW AN' EASY
GUITAR SOLO
SHUT UP & KISS ME
DRUM SOLO
IS THIS LOVE
GIVE ME ALL YOUR LOVE
HERE I GO AGAIN
STILL OF THE NIGHT

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CANDLEMASS
Si torna all’Altar per una full immersion nel doom più classico che si possa desiderare, grazie allo show dei capostipiti CANDLEMASS, nonché una delle poche parentesi che mi sono concesso oggi al di fuori dell’hard rock più tradizionale. È fresco di uscita il nuovo album "The door to doom", che ha donato alla band nuova linfa vitale, che si percepisce anche nell’entusiasmo con il quale i nostri hanno affrontato lo show odierno. L’adrenalina che scorre è tanta, la prestazione è vibrante e soprattutto, come già accennato, si percepisce divertimento sui volti della band, a significare, appunto, una ritrovata voglia di fare, probabilmente influenzata anche dal rientro nei ranghi del figliol prodigo Johan Länquist. Lo so di andare contro corrente dicendo di avere da sempre preferito a lui Messiah Marcolin, ma altrettanto onestamente devo riconoscere che oggi Johan ha dato vita ad una prova realmente impeccabile, sia sui suoi brani che su quello del corpulento Messiah, e sia dal punto di vista vocale che da quello scenico, a dimostrazione che i tanti anni di lontananza dal palco non hanno fatto sentire il loro peso. Date un’occhiata alla scaletta, contate quanti classici sono stati inseriti, e fatevi un’idea di che razza di concertone sia stato quello degli svedesi…
PLUMBEI

Tracklist:
THE WELL OF SOULS
DARK REFLECTIONS
MIRROR MIRROR
ASTOROLUS - THE GREAT OCTOPUS
BEWITCHED
DARK ARE THE VEILS OF DEATH
A SORCERER'S PLEDGE
BLACK TRINITY
SOLITUDE

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DEF LEPPARD
Dopo una sana dose di doom, si torna a sonorità decisamente più rilassate e ariose, visto che sul Main Stage 1 è la volta dei DEF LEPPARD. Non mi era mai capitato di beccare dal vivo la band di Sheffield, ed essendo uno dei miei miti di bambino ero curiosissimo di vedere cosa avrebbero combinato. Sarò schietto e diretto: sono rimasto delusissimo! Sicuramente nulla da dire sull’esperienza e sulla tenuta del palco dei nostri, d’altra parte non stiamo certo parlando di pivellini, così come immancabili sono stati i classici, da "Animal" a "Let’s get rocked", ma nel complesso li ho trovati molto spompati, i suoni troppo levigati, troppo poco mordente è stato messo in un’esibizione formalmente impeccabile ma noiosa come un film muto di 7 ore e mezza. Visto che sono anche in tour insieme, il paragone con i Whitesnake è inevitabile. Beh, se la band di Coverdale riesce ancora a ruggire alla grande, i leopardi inglesi, a dispetto del proprio nome, riescono si e no a miagolare…
GATTINI

Tracklist:
INTRO: PERSONAL JESUS (DEPECHE MODE SONG)
ROCKET
ANIMAL
LET IT GO
WHEN LOVE AND HATE COLLIDE
LET'S GET ROCKED
ARMAGEDDON IT
TWO STEPS BEHIND
LOVE BITES
BRINGIN' ON THE HEARTBREAK
SWITCH 625
HYSTERIA
POUR SOME SUGAR ON ME
ROCK OF AGES
PHOTOGRAPH

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ZZ TOP
Continuano le emozioni, per me, visto che finalmente ho l’onore di assistere per la prima volta ad un concerto degli inossidabili ZZ TOP, ennesima leggenda che calca il palco dell’Hellfest quest’oggi. Ho sempre amato la band delle barbe più famose del mondo, e anche per loro la curiosità di vedere quale fosse il livello qualitativo di un loro show era molta, visto che non stiamo parlando decisamente di pischelletti di primo pelo. Effettivamente si nota che l’età avanza anche per il trio, in particolare per Billy Gibbons, non sempre lucidissimo in fase solista. Lo show però è assicurato, i siparietti tra il chitarrista e il bassista sono immancabili, così come non mancano un paio di cover sfiziose e quintalate di classici che farebbero portare a casa una vittoria perfino ad un gruppo messo su la sera prima per sfizio: "Beer drinkers & hell raisers", "La Grange", o l’immancabile e conclusiva "Tush", giusto per citare le più famose, ma la lista potrebbe allungarsi di molto. E alla fine l’unico rammarico è che il tempo a loro disposizione sia abbastanza risicato, appena un’ora, ma tutto sommato visti i problemi di affaticamento di cui ho parlato prima forse è stato un bene, meglio poco buono e subito…
PS: in contemporanea suonavano i Dark Tranquillity, ma capirete benissimo il motivo per il quale non sono andato all’Altar ad assistere al loro show. Avevo la storia a portata di mano sul palco principale, potevo mai farmela scappare?
PACIOCCONI

Tracklist:
GOT ME UNDER PRESSURE
I THANK YOU (SAM & DAVE COVER)
WAITIN' FOR THE BUS
JESUS JUST LEFT CHICAGO
GIMME ALL YOUR LOVIN'
PEARL NECKLACE
I'M BAD, I'M NATIONWIDE
I GOTSTA GET PAID
MY HEAD'S IN MISSISSIPPI
SIXTEEN TONS (MERLE TRAVIS COVER)
BEER DRINKERS & HELL RAISERS
JUST GOT PAID (WITH "ROLLIN' AND TUMBLIN'" SNIPPET)
SHARP DRESSED MAN
LEGS
LA GRANGE
TUSH

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KISS
Per lo stesso motivo non mi è passata manco per la testa l’idea di andare all’Altar per il concerto dei Cradle Of Filth, visto che dovevo completare il mio personalissimo percorso dedicato all’hard rock, che più classico non si può, con l’ultima esibizione in terra francese di un’altra band iconica, i KISS! Chiunque abbia assistito almeno una volta ad un loro show sa perfettamente quale razza di esperienza extra sensoriale sia, la musica si fonde alla perfezione a mille trovate sceniche che trasformano il concerto in un atto artistico a tutto tondo. Quando si assiste ad un “ultimo show” lo si fa sempre con uno stato d’animo non proprio allegro, i pensieri volano e ci si chiede cosa rimarrà dopo che anche l’ultima grande band appenderà gli strumenti al chiodo. E nel caso specifico dei Kiss la domanda sorge ancora più spontanea, visto che fatta eccezione per la voce di Paul Stanley, da anni ormai compromessa, per il resto il livello è ancora così tanto alto da permettere ai newyorkesi di pisciare in testa al 90% delle band in circolazione. Potenti, scenografici, esagerasti, funambolici, tutti gli aggettivi che negli anni sono stati utilizzati per il quartetto non riescono comunque a descrivere la possanza di un loro show, e quando "Detroit rock city" irrompe nell’impianto per aprire lo show, non fa che darci la conferma di tutto ciò. Immancabili, ovviamente, i vari siparietti che li hanno resi famosi in tutto il mondo, da Paul che si fa trasportare sulle teste del pubblico su una fune d’acciaio, e Gene che vomita sangue e sputa fuoco, agli inevitabili fuochi pirotecnici, con mega detonazioni annesse. E quando alla fine di tutto c’è la classica esplosione di coriandoli, in contemporanea ai fuochi di artificio che ogni notte vengono sparati dall’organizzazione, le sensazioni sono due: da una parte gioia infinita per aver assistito ancora una volta ad uno show inimitabile, dall’altra tristezza per la consapevolezza che si è trattata di una delle ultime volte in cui è stato possibile farlo. Prima di chiudere, una piccola considerazione sulla setlist: trovate qualcosa fuori posto, a partire dalla letale tripletta iniziale? Qualche brano non degno di affiancare tutti gli altri? Una sfilza di classici scandalosa, a dimostrazione di quanto band come i Kiss, gli AC/DC, i Van Halen e via dicendo, siano anni e anni luce distanti e superiori rispetto alla norma. E pensare che a breve tutto ciò non esisterà più…
IRRIPETIBILI

Tracklist:
DETROIT ROCK CITY
SHOUT IT OUT LOUD
DEUCE
SAY YEAH
I LOVE IT LOUD
HEAVEN'S ON FIRE
WAR MACHINE (GENE BREATHES FIRE)
LICK IT UP (WITH “WON’T GET FOOLED AGAIN”)
CALLING DR. LOVE
100,000 YEARS (WITH DRUM SOLO)
COLD GIN (WITH TOMMY THAYER GUITAR SOLO)
GOD OF THUNDER (WITH BASS SOLO)
PSYCHO CIRCUS
LET ME GO, ROCK 'N' ROLL (WITH GUITAR AND BASS SOLO)
LOVE GUN (PAUL ON STAGE IN CROWD)
I WAS MADE FOR LOVIN' YOU (PAUL ON STAGE IN CROWD)
BLACK DIAMOND

Encore:
BETH (ERIC SINGER ON PIANO)
CRAZY CRAZY NIGHTS
ROCK AND ROLL ALL NITE
OUTRO: GOD GAVE ROCK 'N' ROLL TO YOU II

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E con il concerto dei Kiss termina anche la mia seconda giornata di festival (terza, se includiamo anche il Knotfest). Nei miei programmi avrei dovuto andare a vedere i Sisters Of Mercy al Temple, ma la stanchezza inizia a farsi sentire, e domani mi aspetta l'utima giornata, veramente piena zeppa di roba da vedere, per cui mi ritiro...

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Foto live: Roberto Alfieri

Foto Facebook
Report a cura di Roberto Alfieri

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