(04 ottobre 2022) Amon Amarth + Machine Head + The Halo Effect @ Fabrique (Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:45 euro
Quasi tre anni di astinenza da live sono lunghissimi per un innamorato della musica degli Dei ma finalmente il periodo di rinuncia dovuto alla pandemia è terminato anche per me che, emozionato quasi come un adolescente al primo appuntamento, ho in testa solo il "Vikings and Lionhearts Tour 2022" in calendario il 4 ottobre al Fabrique di Milano.

In cartellone ci sono tre band di differente estrazione ma con la caratteristica comune di avere tre tra i migliori frontmen in circolazione:sto parlando di The Halo Effect, Machine Head ed Amon Amarth.
E se gli ultimi 2 gruppi non hanno certo bisogno di presentazione, la curiosità di vedere alla prova del palco il supergruppo composto da membri ed ex-componenti di Dark Tranquillity ed In Flames (anche alla luce dell'ottimo debut album "Days of the Lost") è tantissima.

Davanti ad un locale già parecchio pieno, alle 19 in punto Mikael Stanne, Peter Iwers e soci sulle note di "Days of the Lost" fanno la comparsa sul palco e la musica diventa assoluta protagonista.
Le promesse del disco vengono ampiamente mantenute dal vivo, i brani sono splendidi anche fuori dallo studio ed i cinque si divertono ad eseguirli come fossero ancora gli sbarbatelli che 30 anni prima muovevano i primi passi nel genere.
"The Needless End", "Gateways", la fantastica mazzata di "Feel What I Believe" si susseguono ed il pubblico partecipa compiaciuto (io per primo), condotto per mano da quell'istrione d'eccezione che risponde al nome di Mikael Stanne (ma non invecchia mai???).
Lo stesso frontman sottolinea più volte come la band sia nata dalla passione comune e dalla conoscenza trentennale di ragazzi con la passione per il death metal.
"Last of Our kind", "Conditional" e "Shadowminds" concludono la mezz'ora abbondante a disposizione dei The Halo Effect, che personalmente spero si trasformino in una realtà duratura e non solamente in un progetto toccata e fuga, magari materializzando il grande assente che - nominato più volte da Stanne - aleggiava sul palco: Mister Jesper Strömblad!

THE HALO EFFECT

Days of the Lost
The Needless End
Gateways
Feel What I Believe
Last of Our Kind
Conditional
Shadowminds


Come possa un artista dall'ego decisamente ipertrofico come Robb Flynn aver accettato un ruolo da co-headliner (e soprattutto di non essere lo zenit della serata) resterà un mistero irrisolto, quello che dovremmo fare è ringraziarlo per aver tenuto un clinic dal titolo: "Come mangiarsi tutta la scena ad un concerto metal".
Perchè sulla carta - e sul palco - i Machine Head sono in 4 ma tutto il pubblico (che ormai ha riempito fino all'orlo il Fabrique) ha occhi, orecchie e cuore solo per il cantante e chitarrista di Oakland.
E così, mentre infuriano le note di "BecØme The FirestØrm", "Imperium", "Ten Ton Hammer" Robb dirige, infiamma, incita al circle-pit: un uomo solo al comando!
Brani nuovi e vecchi ("ChØke Øn The Ashes Øf YØur Hate", "Now We Die", "Davidian" tra gli altri) vomitano tutta la furia urbana di cui i MH sono capaci, lasciando alla platea adorante giusto un paio di minuti di calma quando Flynn esegue l'intro semi acustica di "Darkness Within".
Al termine della loro esibizione maiuscola, comunque la si pensi sulla carriera della band, ho solo una domanda che mi ronza in testa: "Ma come fanno a tenere questa carica disumana ogni sera in ogni live?".
Poco da dire: mostruosi!

MACHINE HEAD

BecØme The FirestØrm
Imperium
Ten Ton Hammer
I Am Hell (Sonata in C#)
ChØke Øn The Ashes Øf YØur Hate
Darkness Within
Now We Die
From This Day
Davidian
Halo (encore)


E dopo una ventina di minuti occorsi per montare il palco ormai diventato celebre (il gigantesco elmo cornuto dagli occhi infuocati atto a sorreggere la batteria), alle 21.45 gli Amon Amarth capitanati da un sorprendentemente magro (!) Johan Hegg danno il via alla "Festa pagana" sulle note dell'anthemica "Guardians of Asgard".
Il pubblico non aspettava altro e, visto che il ragazzone di Stoccolma è un altro che in quanto a carisma è secondo a pochi, ci mette pochissimo a diventare un'orda di vichinghi in preda al delirio guerriero.
"Raven’s Flight", "Deceiver of the Gods" e "The Pursuit of Vikings" trasformano la platea in un campo di battaglia e non deve stupire se durante "Put Your Back Into the Oar" Hegg riesca a chiedere - immediatamente accontentato - che gli spettatori siedano simulando la voga in un drakkar da battaglia!
Dopo l'inaspettata "First Kill" e l'immancabile marcetta (non l'apprezzo, lo dico chiaro) "Raise Your Horns" gli AA vengono trascinati di nuovo a forza sul palco dalla gente per eseguire l'ultimo pezzo: una versione furiosa della storica "Twilight of The Thunder God" sulle cui note lo show si conclude.

Quasi 4 ore di musica sono letteralmente volate per merito di questi ragazzi che hanno tenuto duro durante un periodo terribile ed oggi raccolgono i frutti della loro tenacia!

AMON AMARTH

Guardians of Asgaard
Raven’s Flight
Deceiver of the Gods
The Pursuit of Vikings
The Great Heathen Army
Heidrun
Destroyer of the Universe
Put Your Back Into the Oar
Cry of the Black Birds
The Way of Vikings
Shield Wall
First Kill
Raise Your Horns
Twilight of the Thunder God (encore)


Ringraziamo Vertigo e Fabrique Milano per la collaborazione.

Immagine
Report a cura di Alessandro Zaina

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