(08 marzo 2025) Deathless Legacy - Milady Metal Fest @ Mantova

Info

Provincia:MN
Costo:20 euro
Per la speciale occasione di questo primo weekend di marzo che cade il giorno 8 (Festa della Donna), il prestigioso Milady Metal Fest quest’anno raddoppia, ed oltre alla consueta edizione invernale di gennaio andata in scena molto recentemente, aggiunge questo nuovo appuntamento alle porte della primavera, dove protagoniste assolute sono sempre le voci metal femminili, scelte e selezionate come sempre con estrema cura tra il meglio che il vasto panorama nazionale italiano che fortunatamente oggi è in grado di offrire.

La sede è sempre la solita, ovvero l’Arci Tom di Mantova, una location sempre gradevole e accogliente, leader assoluta da diversi anni per quanto riguarda eventi esclusivi di questa caratura. La scelta primaria del festival in questione, nelle vesti di headliner della serata, ricade sui veterani Deathless Legacy, oramai direi di casa all’ Arci Tom dove regolarmente passano a fare visita ogni anno o quasi, capostipiti incontrastati dell’horror metal italiano (e non solo), assieme ai loro Maestri e mentori Death SS ovviamente.

Magicamente, per chi crede nella Legge dei Numeri, il 7 marzo esce ufficialmente la loro ultima 7settima fatica discografica, “Damnatio Aeterna”, proposto oggi per la prima volta e in anteprima dal vivo, in una sorta vera e propria di release show (o release party qualsivoglia). Stando sempre sul tema horror, ma a tinte decisamente più psycho e fantasy, vengono inseriti nel festival anche una vecchia conoscenza, ovvero i P.o.E (Philosophy Of Evil), mentre in apertura vengono posizionati gli esordienti Obsidian Fall, dediti a un death metal decisamente più violento e malinconico. Nel bel mezzo, e prima dei Deathless Legacy, trovano invece spazio i veneti Vallorch, consolidata realtà del folk metal, e freschi di pubblicazione del nuovo album in imminente uscita proprio in questi giorni.

L’accoglienza al nostro arrivo all’Arci Tom è come sempre ottima, positiva e di grande festa, dove si rivedono con piacere tanti vecchi amici, cominciando dal boss Massimo, passando per l’amico Alberto fisso al banchetto dei dischi, arrivando a Carlo e Corina della Mostro Production, (organizzatori dell’evento), che ringrazio non solo per l’ospitalità, ma con i quali mi complimento pubblicamente per la riuscita totale della manifestazione.
Considerando che la festa della donna in corso creava certamente dispersione di pubblico, e che c’erano comunque molti eventi concorrenziali metal nelle zone limitrofe, direi che raggiungere gli oltre centocinquanta ingressi non è affatto male come risultato raggiunto…peraltro con una buona e graditissima partecipazione femminile, tanto per stare a tema.
E come da tradizione vuole, l’ottimo risotto alla salamella proposto dall’Arci Tom, accompagnato da una buona birra, risultano essere anche un ottimo “antipasto musicale” in vista di quello che ci aspetta a breve di vedere su quel mitico palco, dove la visuale, i suoni e luci la fanno quasi sempre da padrona, risultando praticamente limite della perfezione anche stasera. Perciò direi che le premesse di assistere a un Milady Festival memorabile ci sono tutte…

Tocca ai bolognesi Obsidian Fall il compito di aprire questa edizione del Milady, e lo fanno nel migliore dei modi, con il loro death metal melodico, molto oscuro ed introspettivo (come i lori testi, incentrati sulle calamità che hanno distrutto il mondo, ma che ha tutte le intenzioni di risorgere e riscattarsi) . Le loro influenze musicali sono chiaramente marcate verso il sound dei Dark Tranquillity e degli Arch Enemy, dove la brava singer Mira duetta in alcuni pezzi con il chitarrista Promoter, creando quel tipico cantato pulito/screamo -growl che il genere in questione prevede: completano la line-up la bassista Nanse ed il batterista Iskandar. Ci presentano sei estratti dal loro disco di debutto intitolato “Elegy From A Dying World” in imminente uscita, che si preannuncia davvero interessante! Nella mezz’ora circa a loro disposizione si sono confermati all’altezza e una piacevole scoperta.

Restiamo sempre in Emilia Romagna, ma ci spostiamo a Reggio Emilia per parlare delle seconda band, ovvero della horror metal band P.o.E. (Philosophy Of Evil) ,che indubbiamente è la più centrata e a tema con gli headliner Deathless Legacy, anche se rispetto a loro, molto più contaminati dai racconti letterari proprio del grande scrittore Edgar Allan Poe al quali si ispirano, che non dall’esoterismo. Infatti, il loro spettacolo, davvero molto suggestivo e visionario, oltre che essere molto teatrale è anche piuttosto a sfondo psycho thriller e fantasy….se da una parte abbiamo l’allestimento del palco con tanto di tele macabre e dove tutti e quattro i musicisti sono truccati sapientemente horror e con tanto di curatissimi costumi da scena (specie delle vocalist Vanessa Saliman, riconoscibile anche per le caratteristiche chiome viola), dall’ altro abbiamo vari attori che si avvicendano sul palco, come ad esempio la scena in rappresentanza del Demone del Delirio per l’infanticidio commesso, o delle due domestiche stanche di essere sottomesse alle volontà della governante, alla quale si ribellano uccidendola barbaramente.
Quindi, definirei proprio il loro genere un concept horror, peraltro molto vario e mai scontato, sostenuto certamente nella sua efficacia dalla brava e già citata vocalist Vanessa, ma anche dal talento dell’altra lady alla batteria, senza scordare il bassista e il chitarrista portavoce della band, che “quasi scusandosi” ci informa che non hanno alcun album nuovo da presentare stasera, ma che un nuovo EP è già in fase di lavorazione e pronto ad uscire.
Otto brani presentati, tratti dai loro full-lenght finora usciti (+2 EP), dando spazio giustamente e soprattutto anche al recente “In Disorder Spectrum”, uscito lo scorso anno. I P.o.E, si confermano sempre una certezza assoluta, e a mio modesto parere, dopo gli innarivabili Deathless Legacy sono risultati i più convincenti dei gruppi spalla del festival, nonché quelli che hanno offerto una prestazione migliore e più convincente sotto tutti i punti di vista, scenografico e musicale .
Citazione a parte per lo splendido duetto finale di Vanessa con l’affascinante e sensuale Federica Lanna, vocalist della modern metal band Volturian, dotata di una voce potente e squillante che ha dato un ulteriore valore aggiunto al live dei P.o.E.

Tutto ciò senza nulla togliere naturalmente a dei veterani della scena folk metal italiana quali sono i veneziani Vallorch, capitanati dalla bella e brava Sara, freschi di uscita del nuovo album “Circle” che ci presentano per la prima volta in anteprima stasera, in una sorta anch’essi di pre-release show anticipato. In una scaletta molto vasta e varia, vengono pescati classici della band affiancati ai nuovi brani, risultando il tutto molto piacevole e riuscito.
Il folk metal proposto dai Vallorch è una sorta di metal estremo che si interseca con influenze celtiche e sinfoniche, creando un mix molto interessante; così come lo è la combinazione vocale tra il cantato pulito di Sara (anche flautista) combinato a quello screamo/ growl del chitarrista/cantante Marco. Citazione particolare per il grande lavoro alle tastiere di Paolo, che conferisce il tipico marchio di fabbrica e inconfondibile al sound dei Vallorch ed un applauso al batterista turnista che ha sostituito più che egregiamente quello ufficiale, oggi purtroppo assente. Tanti giustissimi e meritati applausi alla fine della loro ottima e convincente performance!

Da quando i pisani Deathless Legacy sono ufficialmente venuti alla luce delle tenebre e sono stati sputati fuori dagli Inferi, nell’oramai lontano 2006, (dapprima semplicemente come tributo ai Death SS), ne è passata molta di acqua sotto i ponti, ed il ricordo di quell'ancora acerbo debutto intitolato “Rise From The Grave”, datato 2014, si perde oggi nella notte dei tempi, per quanta strada e maturazione artistica sono riusciti a compiere la premiata ditta “Steva/Frater Orion” in questi lunghi anni di vita della loro creatura diabolica, di chiara ispirazione DeathSSiana.

Nonostante alcuni cambi di line-up e di performer avvenuti in questo lasso di tempo, arrivano oggi al loro settimo sigillo (o settimo girone infernale) in piena forma ed ispirazione, tanto che definirli oggi solo un fenomeno metal italiano appare quantomai riduttivo; con questo nuovo album appena uscito e dal titolo “Damnatio Aeterna”, non solo riescono a bissare il livello compositivo del precedente e bellissimo “Mater Larvarum”, ma se mai possibile anche soggettivamente superarlo, inserendosi di fatto tra le maggiori realtà internazionali del genere.

Quello che diversifica infatti i Deathless Legacy da tutte le horror band attualmente in circolazione (escludendo ovviamente gli innarivabili padri fondatori del genere Death SS), è non solo questa capacità di rinnovarsi musicalmente in ogni album, restando però saldamente legati al loro tipico marchio di fabbrica originale, ma anche quella di riuscire in ogni occasione centrare un tema ben preciso e circoscritto, attraverso il quale si sviluppano le tracce in esso contenute. “Damnatio Aeterna” parla della dannazione eterna dei prelati, dei massimi esponenti della chiesa, tentati da un Demone a peccare in vita e morire senza pentirsi, in modo tale che la loro anima invece di andare in Paradiso finisca e bruci all’Inferno per l’eternita’.

Per l’occasione speciale, il buon Frater Orion ha creato un suggestivo giochetto di gruppo a tema clericale, contenuto in una limitatissima ed esclusiva edizione numerata a mano per i fans più accaniti (come il sottoscritto); e guarda caso, tutto questo proprio nell’ anno del Giubileo! Il Rito inizia con un nuovo intro molto suggestivo con il solo batterista Frater Orion sul palco, ma da li a poco faranno il loro ingresso in scena anche gli altri musicisti, ovvero Alex Van Eden con la sua consueta tastiera a tracolla, e con tanto di cresta punk rosso fuoco, seguito a ruota dai colleghi Sgt. Bones al basso e da Nick Deadwood alla chitarra.

Partono le note di “Damnatio Aeterna” e appare anche magicamente la magnifica Sacerdotessa Degli Inferi Steva, che con il suo consueto look sospeso tra il cadaverico e il posseduto dal Demomio, inizia a vomitarci in faccia le sue litanie maledette e blasfeme, accompagnate dalle smorfie sataniche del suo volto. In qualsiasi concerto che si rispetti dei Deathless Legacy non può mai mancare in scaletta “Rituals Of Black Magic”, (ad oggi per il sottoscritto il loro capolavoro massimo), e notiamo così anche la prima novità, ovvero il cambio della performer; al posto della dimissionaria Revyla, troviamo, o meglio ritroviamo nel ruolo, The Red Witch che fu la primissima performer della band. Nonostante fossi a conoscenza della cosa da tempo, e quindi non mi abbia spiazzato del tutto la novità, senza fare paragoni inutili direi che sono molto diverse, non solo fisicamente, ma anche a livello interpretativo: devo dire che che e’ stata molto convincente, espressiva, sexy e professionale anche la performance di The Red Witch stasera, però senza nulla toglierle, trovavo Revyla un qualcosa di più centrato, in sintonia, e coeso con Steva, una vera e propria sorta di alter-ego della stessa personalità, soprattutto nelle scene dello spettacolo dove le loro figure femminili andavano a sovrapporsi.

D’altra parte l’aspetto teatrale è da sempre un elemento molto importante in questo genere e perciò il ruolo della performer non può passare mai in secondo piano. “Miserere” è un'altra perla estratta dal nuovo album, seguite da “Absolution” e “Moonless Night”, destinate a diventare nel tempo dei classici dal vivo. Arriva il momento intimistico, quello di “Sanctified”, uno dei punti più alti di “Damnatio Aeterna” e del concerto in questione, cantata con una voce incredibile e con un trasporto emotivo da vera fuoriclasse assoluta quale’ Steva che si prende giustamente tutta la scena per lei e tanti scroscianti, meritatissimi applausi.

Breve salto indietro nel tempo con l’ottima “Your Blood Is Mine”, pezzo scritto e cantato con Steve Sylvester dei Death SS, ma si ritorna velocemente a concentrarsi sul nuovo album attraverso la sorprendentemente e blueseggiante “Get On Your Knees”, davvero molto bella e ispirata con il suo ritmo incalzante, seguita da “Spiritus Sanctus Diabolicus”, che nonostante goda di un coro pre-registrato ti si stampa subito in testa e non ti molla piu’: qua le citazioni e gli omaggi ai Ghost si sprecano.
Chiudono il nuovo cerchio magico “Nightshade” (che ispira anche la realizzazione dell’olio profumato esclusivo sempre contenuto nel box sopracitato), e “Gehenna”, entrambe dotate di ottime melodie e ritornelli accattivanti. “Ora Pro Nobis” da “Mater Larvarum”, manda in visibilio e in delirio definitivamente il pubblico, pronto a ricevere la “benedizione” finale con “Dominus Inferi”, diventata oramai un “classico” vero rituale, che come “Heavy Demons” per i Death SS, viene immancabilmente posizionata in chiusura di qualsiasi loro spettacolo!

I Deathless Legacy ci hanno offerto un ora e mezza di orgasmi multipli e continui, condannandoci alla Dannazione Eterna per tutti i secoli dei secoli …AMEN 🙏👹🤘

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Report a cura di Alessandro Masetto

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