Qui prodest? Che senso ha un lavoro del genere?
I Liyr sono il progetto del francese Sven Mann; Liyr è il dio del mare nella mitologia celtica e "Fragments of Dust", opera di debutto del 2010, avrebbe il compito di esprimere queste credenze. Ad ascoltare la musica si fa fatica a capirlo; potrebbe riferirsi a lui, a Odino o a un qualunque altro dio dei pantheon antichi e sarebbe lo stesso.
Il carattere guerresco ed epico è in primo piano, come è ovvio, trattandosi di martial industrial, quindi: percussioni marziali, campionamenti e loop industriali. L'aspetto elettronico è più presente ripetto a quello neoclassico. La titletrack, ad esempio, si regge su tamburi militari che sfociano a intervalli cadenzati in cori wagneriani, più un tripudio di piatti e tamburi di guerra. Vorrebbe avere un incedere maestoso ma risulta piatta e noiosa.
I difetti dei Liyr sono molteplici. Strutture scheletriche nella loro eccessiva semplicità e ripetitività: ogni brano ha un tema che si ripete in loop dall'inizio alla fine ed ogni brano assomiglia sia a quello precedente che a quello successivo. Orrendi suoni metallici e parimenti orrende voci campionate malissimo, che risultano impastate e non si capisce nemmeno cosa dicano. Una totale mancanza di personalità: prendete MZ412, Raison d'Etre, Penitent o una qualunque delle altre bands della Cold Meat Industry o anche Der Blutharsch; i Liyr potrebbero essere chiunque, se non fosse per gli altri difetti sopracitati, che li contraddistinguono.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?