(07 giugno 2022) Korn + Fever 333 @ Fabrique (MI)

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Provincia:MI
Costo:non disponibile
Era dal 2017 che il quintetto di Baskerville mancava dal Belpaese (in questa serata in forma di quartetto più sostituto, il bassista Roberto “Ra” Diaz dei Suicidal Tendencies al posto del leggendario Fieldy, in stop forzato causa motivi personali). I due anni di pandemia, infine, non hanno reso possibile la messa in atto di un altro grande evento attesissimo dai fan del nu metal vecchia scuola (scusate l’ossimoro), ossia quello previsto per gli I Days, dove i nostri beniamini avrebbero dovuto condividere il palco con l’altro mostro sacro del genere, i System of a Down. Data rimandata per poi essere definitivamente cancellata, con sommo dispiacere di molti (tra cui il sottoscritto).

Nel frattempo i Korn pubblicano due album, il notevole “The Nothing”, nel 2019 e il recentissimo “Requiem” (2022), quattordicesimo album in studio della storica band, molto apprezzati sia dai fan sia dalla critica in quanto in essi riecheggiano le sonorità dure, devastanti e caratterizzanti il loro stile, divenuto ormai una sorta di marchio di fabbrica che, cosa più unica che rara, te li fa riconoscere al primo ascolto.
Ma torniamo al live del 7 giugno di quest’anno, agognato concerto da gustare dopo due lunghi e faticosi anni in cui tutti sappiamo cosa è successo.
E’ di poche settimane fa la notizia circa lo spostamento della location che, originariamente, avrebbe dovuto essere l’Ippodromo Snai San Siro, cosa che ha creato un certo spaesamento tra i moltissimi fan che con ansia attendevano l’evento. Ufficialmente sappiamo, come comunicato dagli organizzatori, che lo spostamento è avvenuto non per volere della band. Qualcuno ha azzardato, ufficiosamente, che il motivo dello spostamento sia stato dovuto ad una non altissima prevendita di biglietti…. Boh.

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Comunque il cambio di location non ha assolutamente influenzato la riuscita del concerto. L’acustica del Fabrique (prima volta lì, per il sottoscritto) è risultata eccellente.
Qualche problema all’entrata. I possessori di biglietto pit gold, ossia coloro che avrebbero potuto stare più vicini al palco, entrano prima alle ore 19.30. Il resto in seguito, ma sempre dallo stesso accesso. Questo scaglionamento non ha permesso, purtroppo, ai molti li presenti di assistere ai supporter, i Fever 333, band rap metal statunitense che, a detta di coloro che hanno potuto assistere alla loro esibizione, non hanno lesinato ad emozionare i presenti con uno show energico, molto fisico e spettacolare. Chi scrive è arrivato in sala quando la band stava eseguendo l’ultimo brano, con il cantante Jason Aaron Butler appeso a testa in giù sull’impalcatura del palco!

Ma l’attenzione è ovviamente rivolta agli headliner, a questi splendidi cinquantenni che, tra qualche istante, ci mostreranno che ancora oggi, dopo quasi trent’anni di attività, credono ancora in quello che fanno e lo sanno fare egregiamente. L’impatto sonoro del muro di suono è impressionante e l’accuratezza con cui ogni singolo brano viene eseguito è da encomio.
L’inconfondibile arpeggio iniziale di Falling Away from me scalda subito i cuori del pubblico, che si ritrova felice e compatto a cantare e a saltare insieme ad un Jonathan Davies in splendida forma. Seguono altre due hit datate ma sempre efficaci, Got the Life e Here to stay. I fan più anziani, tra cui il sottoscritto che li segue dagli inizi della loro carriera, sono in visibilio. Seguono due pezzi tratti dalla produzione più recente, le belle Start The Healing e Cold. La testa e il cuore degli hardcore fans è ancora forse rivolta ai pezzi precedenti ma comunque l’attenzione viene presa.
A seguire Shoots and Ladders, dal primo album, con un’outro omaggiante i Metallica. Altra simpatica ibridazione verrà presentata più avanti, quando durante Coming Undone, quando il ritmo della batteria di Ray Luzier si trasforma magicamente in We will rock you dei Queen.
La prima parte del concerto, prima degli encore, vola letteralmente via e si chiude con la stranota hit Freak on a Leash. Quando Jonathan Davies ha urlato “GO” , nella parte col suo scat malato post secondo ritornello, il Fabrique è letteralmente esploso!

Dopo circa un ora, i nostri chiudono proponendo un bel medley composto da It’s on, Trash e Did my time, seguite da tre regali che i nostri hanno voluto fare ai fan di vecchia data: Twist (il pezzo che illo tempore me li ha fatti conoscere) ed Adidas ed infine, dopo un lungo assolo di batteria, concludendo con Blind.
A distanza di giorni, quell’ “Are you ready”, che ha cambiato, volenti o nolenti la storia della musica pesante contemporanea, di sicuro continua a risuonare nella testa e nei cuori dei presenti.

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L’unico neo, la durata del concerto (come dicevo sopra, il cambio di location non ha influito per nulla sulla buona riuscita dello show), solo un’ora e venti circa di musica. Ma guardando i volti felici e soddisfatti delle migliaia di persone lì presenti, si può tranquillamente dire che i Korn ci sono ancora e che non hanno disimparato affatto a fare il loro lavoro.

Falling Away From Me
Got the Life
Here to Stay
Start the Healing
Cold
Shoots and Ladders
(Metallica “One” outro)
No One’s There
Y’All Want a Single
Insane
Worst Is on Its Way
Coming Undone (with a snippet of Queen’s “We Will Rock You”)
Freak on a Leash
Encore:
It’s On! / Trash / Did My Time
Twist
A.D.I.D.A.S.
Drum Solo
Blind
Report a cura di Caveman

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