Ottima analisi. Il demo con cui si fecero conoscere i Coroner non è un ascolto essenziale, ma acquista valore per chi vuole approfondire le radici del gruppo e in un certo senso anche il background da cui si è originato il thrash europeo.
Slaughter è un album si storico, ma in negativo. Gli At The Gates con questo disco hanno esclusivamente contribuito a sputtanare una branca del metal estremo. Per quanto mi riguarda, avrei preferito che Göteborg venisse nuclearizzata entro il 1995, le mie orecchie si sarebbero risparmiate tantissima merda pubblicata negli anni successivi.
Non riposi nessun’aspettativa in questo disco quindi la pillola mi fu quasi gradevole nel momento in cui ebbi l'occasione di ascoltare il nuovo parto dei Death Angel. Killing Season è un album spompato, privo d’ispirazione e talmente tendente all'hard rock alternativo da far quasi vergogna in certi momenti. Sicuramente ben suonato ed anche prodotto per i canoni moderni (che a me fan cagare!) ma resta un lavoro che non ha proprio nulla da comunicare Meglio passare oltre a cuor leggero.
Già su Shovel gli Exodus iniziavano a mostrare segni di cedimento presentando soluzioni di poca sostanza mascherate dai canonici suoni iperpompati. Su quest’esibizione d'atrocità proseguono quel cammino rigorosamente in calando. Risultato, pezzi lunghi come la quaresima e senza un briciolo di tiro. Resto in attesa del lato B dell'opera per calare definitivamente la pietra tombale sulla reunion del gruppo.
I Cavalera, dopo anni trascorsi a fare gli alternativi, ripescano i b-side dei Sepultura primi '90, li infarciscono con i suoni iperpompati d’oggi per non inimicarsi il pubblico attuale dando alla luce questo Inflikted. Un album che tenta di tenere il piede in due scarpe e per quanto mi riguarda tranquillamente evitabile, come tutta la produzione dei due fratelli successiva al 1993.
Non ho mai apprezzato le svolte elettroniche di qualsivoglia gruppo che in passato abbia tenuto in mano con cognizione di causa strumenti veri, per questo non digerisco la mutazione dei Samael, che per quanto mi riguarda, muoiono con questo EP. Tengo in ogni caso a sottolineare che la loro defezione dagli "intransigenti" fu meno amara rispetto a quella d’altre formazioni che si proponevano in maniera ben più oltranzista e priva di compromessi. PS: ottima recensione.
Disco e recensione sublimi, perfetti, impeccabili! Nient'altro da aggiungere oltre a rimarcare che questi brani sono la radice più autentica del metal estremo.
Se un disco come quello in oggetto fosse uscito ai tempi d’oro, sarebbe giustamente finito a ingrossare le fila delle pubblicazioni da "tanto al chilo", perché le composizioni mancano d’incisività e non a caso sono ammantate da una produzione che spara i volumi costantemente oltre ogni limite. Un 6,5 sarebbe stato più che abbondante per un disco di questo calibro. Troppi salamelecchi per questi Hail Of Bullets.
Non sto a spendere parole inutili perché l'importanza e la qualità del lavoro è stata esaustivamente descritta dal recensore. Mi limito quindi ad applaudire il genio e talento di Chris Reifert, un'autentica colonna del death metal.
Mancava solo l'album degli Unleashed a chiudere un ritorno sopra le righe del trio death di Stoccolma che almeno per quest'anno s'è imposto come realtà più florida all'interno della scena death mondiale.
Album inutile, ma ovviamente c'era d'aspettarselo visto che i Venom, da un decennio a questa parte, non hanno più nulla da dire. Ovviamente poco importa, l'essenziale di queste uscite è mantenere attivo il carrozzone intollerante consentendogli di girare i palchi di mezzo mondo, dove Cronos e i suoi discepoli elargiscono ancora lezioni in grado d'annichilire totalmente la concorrenza.
"Se siete amanti del Death Metal tout court, questo disco non potrà non piacervi, chi invece è nato l’altro ieri, e non conosce la Storia, troverà questo disco sicuramente antiquato e superato. Per costoro chiediamo misericordia al buon Dio." La valenza del disco e della recensione è tutta in queste righe. Ovviamente, complimenti ai Benediction per Killing Music.
Album piacevole all'ascolto, coinvolgente e con una dose di tiro abbastanza inusuale per gli standard attuali e più in generale per un gruppo con 30 anni di carriera alle spalle.
i Kreator fanno i paraculi e non poteva essere altrimenti. Ho ascoltato l'album un paio di volte e l'ho trovato meno lagnoso rispetto ai due episodi precedenti, ma sicuramente non gli concederò un terzo ascolto.
I Sepultura dimostrano ancora una volta d'essere una "formazione" senza argomenti dal lontano '93. Che il tempo ne decreti la fine quanto prima.
Forbidden Evil è il miglior debutto che si sia mai visto nella scena thrash americana. Bisognerà attendere gli Annihilator con Alice In Hell per ritrovare qualcosa di paragonabile al disco dei Forbidden.
Si poteva fare meglio di Forbidden Evil? Difficile. Twisted, infatti, non supera il predecessore ma "semplicemente" si colloca ai medesimi livelli qualitativi vantando una personalità propria ben definita.
Il miglior disco thrash metal made in Italy di sempre. Bravo Coroner, ottima recensione.
Album vuoto e completamente privo di mordente. Davvero una brutta caduta dopo il lusinghiero 100% Hell.
Il miglior album da quando il gruppo è ritornato in attività.
Album eccezionale, per approccio al genere ed attitudine ignorante e perversa. Forse il migliore nella discografia degli austriaci.
Disco tanto sconosciuto quanto pregevole. Merita un ascolto soprattutto se il thrash che si predilige è quello dirreto e con pochi fronzoli.
Ho concesso più di un ascolto a quest'album senza che riuscisse a scrollarmi di dosso l'indifferenza che ho da subito provato nei suoi confronti. Un'occasione clamorosamente mancata per i fratelli Howard, che su questo disco sembrano l'ombra di se stessi.
In The Nightside Eclipse, assieme a Ceremony Of Opposites dei Samael, resta a tutt'oggi la migliore sperimentazione in ambito black che si sia mai vista. Nel proprio debutto, gli Emperor andarono ben oltre i canoni del genere senza sputtanarlo (pregio che smarrirono pochi anni più tardi, purtroppo).
Chi non ha mai sentito parlare di questi svedesi, ascolti Fornever Laid To Rest. Chi già conosce l'album sopra citato si fermi li, il resto della produzione del gruppo è ampiamente trascurabile e questo ultimo disco non fa eccezione.
Un disco per pochi, rivolto a quella fetta di pubblico che quando parla di death metal lo fa ancora con cognizione di causa.
Nonostante l'imprinting thrash palese che contiene nei propri brani, Seven Churches è il primo, tangibile, spartiacque che andrà a delimitare il nascente death metal da quanto è stato fatto prima. Chi si avvicina all'estremo non può prescindere dall'ascolto di questo disco.
E' fin troppo palese il tentaivo operato da Mameli di gettare lo storico nome olandese sul carrozzone del revival, che dopo il thrash, ha preso a dilagare anche nel death metal. Per quanto mi riguarda il risultato è eccessivamente artefatto e privo di spontaneità per stare a fianco del mastodontico passato del gruppo, ma anche per confrontarsi con album recenti più validi e genuini (vedasi Tribulation, Vacant Coffin, Dead Congregation ecc).
Disco inaspettatamente valido e degno di nota. Un plauso anche al recensore che ha decifrato con precisione i tratti salienti dell'album.
...ci pensano i Vomitory con il secondo disco inaspettatamente valido di questa stagione, ad affermare con prepotenza il primato europeo in campo death metal.
Grande album, consigliato ai fan del death primordiale di scuola Autopsy, Coffins e via marcendo.
I Maim sono l'ennesima conferma che il marciume è più vivo che mai e trova nel Vecchio Continente la propria culla ideale. Avanti così verso nuovi macelli!
Mi aspettavo la svolta sempre più tecnica come mi aspettavo che non l'avrei digerita. L'ascolto non mi ha smentito.
Chi ama il precedente Ancient God Of Evil non si sarebbe mai sognato di ricevere dagli Unanimated un album di pari caratura dopo 14 anni di silenzio. Con In the Light of Darkness gli Unanimated pongono in calce il proprio nome fra i grandi, direttamente a fianco dei Dissection. Altro che il Coca-Cola death metal degli At The Gates.
Mi compiaccio di trovare i Voivod nella sezione "uscite notabili" peccato, però, che ciò accada con un disco che tanto onore non merita. Infini è un album gioco forza incompleto, figlio di una gestazione abortita, che acquista senso solo in veste didascalica e sentimentale per chi conserverà sempre nelle proprie orecchie un frammento di Piggy, la cui perdita è stata incolmabile per il gruppo.
Hai ragione Coroner, l'album viaggia costantemente sui tempi medi, ma lo fa con la classe e convinzione sufficienti da non venirmi a noia. Suffocation promossi con discreto margine per me.
...è il parto dei Megadeth che si attendeva da almeno 15 anni. Una volta ogni tanto vale la pena di scrivere "meglio tardi che mai"!
...pensavo peggio, invece, gli Hypocrisy sono riusciti a mettere insieme qualcosa di degno. Avrei però preferito un mix più bilanciato tra melodia e ignoranza, soprattutto nell'ultima parte dell'album.
Ho detto tutto nel titolo del messaggio, il resto è noia.
vera merda di album, composto da brani assolutamente ignobili. Portaro torna a raccogliere cicoria che è meglio!
Per fortuna Kam Lee non da segni di cedimento e dopo l'ottimo Feast Of Flesh targato Bone Gnawer, senza tanto clamore torna con questo pregevole disco, che è tanta manna per la scena death americana, ultimamente non proprio in splendida forma.
Il pre-ascolto di Spiritual Cancer mi aveva lasciato indifferente, mi sono quindi avvicinato con una certa noia all'intero disco che, però, s'è rivelato essere un lavoro complessivamente valido, soprattutto nei pezzi più classicamente thrash, in cui gli Schizo rendono al meglio.
Gli Heathen hanno tirato fuori un album che si piazza di diritto al vertice delle migliori uscite thrash degli ultimi 10 anni. Per come la vedo io, difficilmente si vedranno altri lavori di questo livello.
Tutto quello che si può dire sul disco è già stato sufficientemente dipanato in sede di recensione, quindi, non mi resta che fare i complimenti agli Unleashed per il pregevole lavoro che hanno dato alle stampe anche questa volta.
Esordio clamoroso (come molti altri in quegli anni). Peccato sia durata poco.
Mi dissocio parzialmente dal giudizio espresso in recensione, perché non condivido il definire originale un disco che ha come "unico" pregio (in ogni caso non alla portata di tutti) quello di ben amalgamare sonorità e soluzioni già abbondantemente sviscerate nel panorama in cui Season In Silence va a inserirsi. A questa constatazione mi tocca, purtroppo, aggiungere la prestazione di Trevor, sempre più statica e priva d'espressività.
Non avrei dato un soldo bucato a questo disco (che, infatti, al primo ascolto non mi ha detto quasi nulla). Tuttavia, sospinto dall'entusiasmo di alcuni dettagli, ho dato ancora una possibilità a Ironbound che alla fine s'è rivelato un prodotto degno, perfettamente in grado di riscattare un decennio abbondante di uscite scarse per gli Overkill. Complimenti al gruppo che ha saputo risorgere quando era ormai finito.