(17 dicembre 2022) NERO NATALE 2022 ✷ Messa, Ottone Pesante, Sedna @The Factory (Verona)

Info

Provincia:VR
Costo:15 euro
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Al The Factory, live club non molto distante dall’uscita autostradale di Verona Est, questo 17 dicembre 2022 (giornata di fuoco per gli eventi musicali in giro per l’Italia tra Cerebral Extinction a Carpi, Nabat e Scheletro a Reggio Emilia, Cripple Bastards e Game Over a Paderno Dugnano, gli Hobos a Ferrara, i Deathless Legacy a Pisa o Distruzione e Trick or Treat in quel di Parma tra le varie cose) si è tenuta una nuova edizione del “Nero Natale” che oltre ai Sedna e Messa che già avevano dipinto di fosche tonalità la precedente edizione, in quest’occasione erano presenti pure gli Ottone Pesante.
Com’è andata la serata? Come sono le band dal vivo? Beh, lo scoprirete continuando la lettura, ma in linea di massima si può dire che la manifestazione musicale è andata decisamente bene.

Apertura porte alle 21, tempo di spulciare il banchetto del merch per fare un po’ di shopping e birretta ed ecco che le 22 arrivano in un batter d’occhio e con un certo rispetto degli orari, i Sedna cominciano questa serata e dai primi minuti si intuisce molto bene come le atmosfere allegre, solari e spensierate non sono di casa.
Giustamente si è al “Nero Natale”
Chi non conoscerà i Sedna giustamente si starà chiedendo che fanno ed è presto detto: un vortice nero che va a scavare all’interno della propria anima, altrimenti detto “Post Black Metal”.
Proposta molto interessante che a parte più Post/Ambient anche decisamente distese e atmosferiche, ne alterna altre decisamente più feroci e irruente nelle quali la furia tipica del Black Metal tra Blast Beat e doppi scream emerge in tutta la sua cupa disperazione.
Un po’ troppo monolitici a tratti e qualche piccolo escamotage per dare un po’ di varietà in più e respiro male non fanno, ma ciò non toglie che gli amanti del genere dovrebbero adocchiare questo quartetto che è in giro dal 2009.




Dopo la mezz’oretta degli apripista, giunge altra gente e sul palco salgono gli Ottone Pesante, band divisiva come poche e che suona letteralmente dappertutto, dalla sagra di paese, al centro sociale come ad un festival vario e prestigioso come il Brutal Assault.
Poco più di mezzora che idealmente si divide in una prima parte della set list molto più gagliarda, veloce e pure strampalata con il trio composto tra trombone, tromba e batteria che galoppano veloci con le loro marce al limite del “Death Metal senza chitarroni”. Poi invece la seconda parte, si fa più lenta e tetra, ed ecco che nell’aria le note contenute dell’ottimo “Doomood” e dell’ultimo Ep si librano nell’aria, con una personalissima variante del Doom e pure la partecipazione di Sara in quello che è stato il singolo di lancio del terzo lavoro in studio.
Tentacolari, avvolgenti, quasi “lovecraftiani” forse e con una ricerca melodica più approfondita rispetto a quelli che sono stati i primi due capitoli discografici nel quale il motto sembrava essere “amore facciamolo strano”.
Se tra i vostri ascolti cose come i Zu sono il vostro pane, se anche le proposte più folli e stravaganti dell’Avantgarde Metal vi garbano (Naked City, Diablo Swing Orchestra o Mr. Bungle), beh dategli una possibilità.
Non tutto è a fuoco e a volte qualche momento di stanca può affiorare, ma la proposta sicuramente è originale e personale. Non per tutti.




Serata che sta andando decisamente bene anche dal punto di vista sonoro, si attendono gli headliner della serata tra chiacchere, birre e tanta curiosità: dopotutto non molto tempo fa la band veneta è stata coinvolta in un non troppo simpatico incidente stradale in giro per l’Europa mentre stavano conducendo il tour a supporto dell’ottimo “Close” e il periodo di stop non è stato nemmeno molto lungo a conti fatti visto che di recente sono ritornati a suonare al CS Rivolta a Mestre e al Legend Club a Milano.
La serata di ieri è stata l’ennesima conferma di come questi doomsters siano una band di livello superiore che gioca un campionato a parte rispetto a tantissimi colleghi dell’underground nazionale.

Poco più di un’ora di musica, i primi due album rappresentati da “Babalon” e “Leah”, un paio di improvvisazioni del chitarrista che ha dato il tempo al resto dei suoi compagni per tirare il fiato per qualche minuto, con la seconda improvvisazione che tradisce il suo amore verso il Rock classico ed il Blues. Dal terzo album che sta portando tante lodi e soddisfazioni ai Messa ecco arrivare “If You Want Her To Be Taken”, “Suspended”, “The Pilgrim” e “Rubedo”, tutte canzoni che al di là dei gusti e delle preferenze personali mostrano come questi ragazzi sappiano fare grande musicale.
Alla “diabolus in musica” di “Enoch” contenuta in uno split uscito durante i primi anni di carriera il compito di chiudere una grande serata con una chicca per i fans più attenti.
L’unica vera nota negativa del concerto dei Messa è che c’era un po’ troppa chitarra in spia e questo portava a coprire un po’ la voce della cantante nelle parti più vigorose nella quale veniva sovrastata, ma nulla di irreparabile, come invece successo tempo fa alla data al Freakout.
Sulle note positive invece voglio porre l’attenzione sul fatto che la band dal vivo non si limita a “timbrare il cartellino”: il chitarrista deve averci preso gusto con il suo progetto solita ed ecco che quell’attitudine tutta tipica del Blues/Jazz di modificare le improvvisazioni soliste la porta pure in questo contesto, con il resto della band che ogni tanto si sbilancia modificando un po’ le canzoni (il finale di “Rubedo” è più arrembante che su disco ad esempio).
Anche questo denota come non si stiano adagiando sugli allori.




Tutto rose e fiori quindi? No, non proprio.
Se a livello musicale non ci sono particolari critiche da fare, c’era una parte (piccola per fortuna) di pubblico decisamente rumorosa che al posto di ascoltare le introduzioni e le parti più soft delle band molto semplicemente chiacchierava, a questa gente il miglior consiglio che si possa dare è quello di starsene a casa.

Infine a livello di gestione e di promozione invece c’è da tirare le orecchie ai gestori del locali e questo mi porterà a fare una riflessione più ampia alla fine: di fatto, escludendo la HERØ Booking e le band presenti, il locale NON ha fatto un minimo di promozione per questo evento, ma nonostante questo autogoal clamoroso ha avuto una buona affluenza.
Ora, capisco che cose come Punkreas, Marlene Kuntz, Bello Figo, dARI, Sonhora o altre siano più remunerative e portino più gente (e incassi per biglietti e consumazioni) ma trovo una cosa del genere assolutamente demenziale, visto che il locale avrebbe tutto l’interesse ad attirare più utenza possibile ad ogni data che ospita.
La stessa cosa la notai mesi fa con il Metal Warfare, il memoriale di Ricky e nonostante questa scelta scellerata il locale era pieno, con i Bulldozer in veste di headliner che fecero un concerto devastante.
Ciò porta a chiedersi, vista la disparità di visibilità che il locale dà agli eventi all’infuori del Metal rispetto a quelli dedicati al Metal, se il The Factory non voglia allontanarsi in maniera definitiva da esso.
Se ciò dovesse succedere oltre ad essere un gran peccato (Goblin e Discharge tra i tanti sono nomi che parlano da soli), non solo per la scena veronese sarebbe un vero disastro, ma sarebbe un duro colpo pure per la scena veneta, specialmente se si guarda alla Tav che passa a Vicenza e che rischia di far buttare giù il CS Bocciodromo: un quadro quindi fosco all’orizzonte per quanto riguarda il Nord Est, con la sola Emilia-Romagna a ergersi a ultimo “vero” bastione per determinate sonorità.

Pensieri negativi a parte, comunque un altro tassello di una stagione concertistica pregevole per quantità e qualità di eventi live.

Vi saluto come di consueto con le (poche) foto fate durante la serata e con i link social dei vari attori coinvolti.

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Link utili:
https://www.facebook.com/thefactoryverona/
https://www.facebook.com/herobookingITA
https://www.facebook.com/Sedna.O
https://www.facebook.com/ottonepesante
https://www.facebook.com/MESSAproject
Report a cura di Seba Dall

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